Ricetta dematerializzata: le novità fino al 2024
È stato prorogato fino a tutto il 2024 l’utilizzo della ricetta dematerializzata, chiamata anche ricetta elettronica con l’opportunità di trasmetterla ai pazienti in formato non cartaceo. Questa misura consentirà ai medici di continuare a ricorrere a questo strumento digitale e inviare la ricetta via email o sms ai pazienti.
Introdotta in un’ordinanza legata all’emergenza Covid-19, questa possibilità legata alla ricetta dematerializzata si è rivelata uno strumento digitale comodo e accessibile. Tant’è che la proroga del suo impiego è stata accolta con favore sia da medici e farmacisti, sia dai pazienti. Vediamo, dunque, come funziona la ricetta dematerializzata.
Cosa troverai in questo articolo
- Ricetta dematerializzata: l’evoluzione normativa dello strumento
- Promemoria via sms ed email fino al 2024
- Che cos’è e come funziona la ricetta dematerializzata
- Verso una sanità più digitale: i vantaggi della ricetta dematerializzata
- Quali saranno le prossime novità legate alla ricetta dematerializzata
Ricetta dematerializzata: l’evoluzione normativa dello strumento
La norma che descrive le caratteristiche della ricetta dematerializzata è il Decreto interminesteriale del 2 novembre 2011, ma è stata la pandemia a dare un impulso concreto alla diffusione di questo strumento. In particolare, l’Ordinanza del capo della Protezione civile del 19 marzo 2020 aveva l’obiettivo di assicurare la disponibilità di farmaci ai soggetti più fragili e ridurre l’afflusso di pazienti negli studi medici, introducendo la possibilità di inviare la ricetta tramite email o sms; mentre il Decreto interministeriale del 25 marzo 2020 ha previsto l’estensione dell’impiego della ricetta dematerializzata ai farmaci con piano terapeutico AIFA e ai medicinali distribuiti per conto del Servizio Sanitario Nazionale.
Il processo di potenzialmente e consolidamento dell’impiego di questo strumento è stato confermato, sempre nel 2020, dal Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 30 dicembre che, insieme al Ministero della Salute, ha esteso la dematerializzazione anche alle ricette di farmaci non a carico del SSN e ha previsto un ampliamento dei canali di rilascio del promemoria della ricetta elettronica.
Questo largo ricorso alla ricetta dematerializzata, favorito dalle circostanze emergenziali, è stato successivamente confermato ed esteso, grazie al Decreto Milleproroghe, fino al 31 dicembre 2024.
Promemoria via sms ed email fino al 2024
Fino a prima della pandemia, il promemoria contenente il Numero della Ricetta Elettronica poteva essere consegnato al paziente solamente attraverso un supporto cartaceo. Un elemento che costringeva medico e assistito a incontrarsi e a stampare un foglio A5 con i dati necessari per recarsi al Cup o in farmacia, e che ha a lungo frenato la diffusione dello strumento.
Ciò è cambiato a partire dal 2020 e, con il Decreto milleproroghe, è stata confermata fino alla fine del 2024 l’opzione di inviare il NRE ai pazienti in modalità alternative al cartaceo. In particolare, il medico può trasmetterlo come allegato a un messaggio elettronica, tramite SMS o altre applicazioni di messaggistica, oppure anche telefonicamente.
Che cos’è e come funziona la ricetta dematerializzata
Abbiamo visto come l’impiego estensivo della ricetta dematerializzata sarà possibile fino alla fine del 2024, ma che cos’è questo strumento? In che casi si può utilizzare e quali sono gli adempimenti per il medico?
La ricetta dematerializzata corrisponde alla versione digitale della tradizionale ricetta rossa cartacea, che permette l’accesso a determinate prestazioni farmaceutiche e ambulatoriali per i pazienti.
È chiamata anche ricetta elettronica o ricetta medica digitale perché non richiede il supporto cartaceo e viene trasmessa, tramite il Sistema Tessera Sanitaria, direttamente alla rete informatica sanitaria nazionale.
La ricetta dematerializzata, dunque, permette di:
- Ricevere o acquistare farmaci secondo quanto previsto dalle norme;
- Richiedere prestazioni specialistiche o diagnostiche in strutture pubbliche o private accreditate.
Per emettere la ricetta elettronica, il medico deve compilarla attraverso l’applicazione informatica messa a disposizione dal Sistema Tessera Sanitaria: il Sistema di Accoglienza Centrale oppure Sistema di Accoglienza Regionale. La piattaforma richiede l’inserimento di tutti i dati del paziente che servono anche per la ricetta rossa, ovvero il proprio numero identificativo, i dati dell’assistito, il medicinale o la prestazione necessari, il quesito diagnostico e il codice di priorità. Importante è anche l’indicazione di eventuali esenzioni.
Una volta inserite queste informazioni, il sistema genera la ricetta dematerializzata vera e propria che è identificata attraverso il Numero di Ricetta Elettronica, o NRE, che viene indicato su un promemoria che viene consegnato al paziente di persona se cartaceo, oppure via email e sms.
Quest’ultimo può recarsi in farmacia oppure nella struttura sanitaria per ritirare il farmaco oppure prenotare la visita o la prestazione. I farmacisti o gli addetti alle prenotazioni, tramite il NRE, accedono alla ricetta e possono procedere con l’erogazione dei servizio.
È importante ricordare che, come la ricetta rossa, anche la ricetta dematerializzata ha una scadenza pari a 30 giorni dall’emissione. Passato questo periodo di tempo, la ricetta viene bloccata dal sistema e quindi non è più utilizzabile dal paziente che dovrà contattare nuovamente il medico.
Verso una sanità più digitale: i vantaggi della ricetta dematerializzata
L’introduzione e la diffusione nell’utilizzo della ricetta dematerializzata è stata accolta con grande favore da parte dei medici e dei farmacisti, perché semplifica il lavoro e ottimizza alcuni sprechi di risorse e di tempi.
Tra i vantaggi della ricetta dematerializzata troviamo:
- l’opportunità di emettere e ricevere la ricetta senza doversi necessariamente incontrare in ambulatorio;
- la piena circolarità delle prescrizioni farmaceutiche in tutto il territorio nazionale per cui un paziente con la ricetta dematerializzata può recarsi in una farmacia di qualsiasi regione d’Italia e conservare il diritto all’erogazione dei farmaci;
- l’occasione di introdurre strumenti di controllo relativi alle verifiche preventive dell’erogazione sia alla rendicontazione da parte dei punti erogatori;
- una maggiore precisione dei dati perché la compilazione tramite il SAC o SAR è guidata e il medico deve inserire tutte le informazioni richieste, per di più scrivendole al computer si evitano anche problemi di interpretazione causati dalla calligrafia;
- un concreto risparmio di carta e di tempo per lo studio medico.
Quali saranno le prossime novità legate alla ricetta dematerializzata
Il Ministero della Salute ha istituito un gruppo di lavoro che si sta occupando della dematerializzazione di altre prescrizioni che potrebbero beneficiarne. Per esempio, i buoni destinati a prodotti senza glutine per persone che soffrono di celiachia. Anche in questo i vantaggi non si limitano alla digitalizzazione del documento, ma introducono anche l’opportunità di spendere i buoni ovunque in Italia.
Secondo ambito di sviluppo della digitalizzazione di questo strumento riguarda le prescrizioni dei farmaci veterinari: in questo caso, specifica il Ministero della Salute, l’obiettivo non è il controllo della spesa a carico del SSN, ma di un ambito che riguarda la tutela della salute pubblica.
Infine, come confermato anche dalla recente proroga, una delle aree di sviluppo del settore riguarda il superamento di ogni forma di supporto cartaceo: non soltanto la ricetta rossa, ma anche il promemoria con il numero di NRE. L’obiettivo è che tutte le comunicazioni possano essere informatizzate e digitalizzate, sia in Italia sia nell’Unione Europea.
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Marketing Specialist e Copywriter. Scrivere non è solo il mio lavoro, ma anche la mia passione: se non sono in giro a esplorare il mondo, di sicuro sarò a scrivere da qualche parte. Amo la letteratura inglese, il cinema, la medicina e la psicologia.