Sanità privata? Più veloce e meno costosa di quella pubblica
La Sanità privata è più efficiente e a volte anche meno costosa di quella pubblica. Lo rivela un’indagine condotta da Crea (Consorzio per la Ricerca Economica Applicata in Sanità)del 2018, commissionata dalla Funzione Pubblica Cgil e dalla Fondazione Luoghi Comuni, e ancora oggi molto attuale.
La Sanità privata, insomma, conviene di più sia per i tempi di attesa, molto più brevi del SSN, sia per i costi, sostanzialmente allineati a quelli del pubblico.
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Servizio Sanitario Nazionale sempre più lento meno conveniente
Il report realizzato da Crea, “Osservatorio sui tempi di attesa e sui costi delle prestazioni sanitarie nei Sistemi Sanitari Regionali”, nasce da uno studio che ha riguardato quattro regioni italiane (Lombardia, Veneto, Lazio e Campania) e che, insieme, rappresentano il 44% della popolazione italiana, su un campione di oltre 26 milioni di utenti.
Il primo rapporto dell'Osservatorio (2017) evidenzia che, sebbene la sanità pubblica italiana miri a una copertura universale, spesso non riesce a garantire standard adeguati, causando un aumento della spesa privata e dei tempi di attesa.
Le liste di attesa, in particolare, sono un tema di grande interesse nella politica sanitaria. Il Ministro Giulia Grillo, nel 2018, ha preso diverse iniziative per raccogliere informazioni e ridurre i tempi di attesa, tra cui un nuovo Piano per le Liste di Attesa e un sistema di verifica trasparente dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
Le rilevazioni delle liste di attesa si concentrano su prestazioni non urgenti, e quindi non necessariamente correlate a rischi per la salute. Tuttavia, le attese lunghe sono una fonte di insoddisfazione per i cittadini e indicano problemi organizzativi e potenziali iniquità. L'indagine C.R.E.A. si è focalizzata sui tempi di attesa e sui costi per le prestazioni ambulatoriali, sia nel settore pubblico che privato. La rilevazione del 2018 ha coinvolto quattro nuove regioni (Emilia Romagna, Liguria, Marche e Sicilia), aggiungendosi a quelle del 2017 (Campania, Lazio, Lombardia e Veneto), coprendo così oltre il 64% della popolazione italiana.
1) Sanità pubblica: tempi di attesa sempre più lunghi
Nel corso degli anni i tempi di attesa per le visite mediche nelle strutture pubbliche sono diventati sempre più lunghi. Per una visita ci vogliono mediamente 65 giorni, mentre nel privato l’attesa è di circa 7 giorni.
Il SSN garantisce la tempestività di accesso solo per le prestazioni urgenti, mentre è un “servizio a pagamento” nei casi restanti (molto più numerosi).
2) Sanità privata: prezzi poco più alti del ticket
Sanità privata più veloce, quindi, ma non necessariamente più costosa. Secondo l’indagine, infatti, i costi tra pubblico e privato sono sempre più allineati, con prezzi per il cittadino di poco superiori al ticket.
I costi del privato a volte sono anche minori di quelli dell’intramoenia. Per esempio, nel 2017, una visita oculistica nella Sanità privata costava circa 97 euro, in intramoenia circa 98 euro.
3) Tempi di attesa: la discriminante del regime di pagamento
Le prestazioni in regime SSN (gratuite, a meno che non sia previsto il pagamento del ticket) hanno tempi di attesa alti e in qualche caso molto alti. Secondo lo studio, nelle strutture pubbliche è raro che il cittadino debba attendere meno di 30 giorni per la visita e spesso l’attesa supera il limite anche nelle strutture private accreditate. Al contrario, se sceglie prestazioni a pagamento (sia in intramoenia nel pubblico, che per i solventi nel privato) i tempi di accesso sono molto ridotti.
La posizione della Funzione Pubblica Cgil
Secondo la Funzione Pubblica Cgil si registra “un disallineamento tra le aspettative dei cittadini e i tempi di attesa dell’offerta pubblica, così come tra i costi e il valore di mercato delle prestazioni. Di conseguenza, le poco sostanziali differenze di prezzo e le lunghe liste di attesa hanno incentivato lo sviluppo di un’offerta privata di servizi spesso concorrenziale con quella pubblica, per costo e tempi di risposta”. In altre parole, “la Sanità privata ha trovato un suo specifico posizionamento derivante dalle inefficiente del pubblico”. Lo studio, quindi, ci consegna, “una situazione dove il Servizio Sanitario Nazionale continua ad arretrare soccombendo alla concorrenza del privato”.
A parità di risorse, l’efficienza nei processi fa la differenza
Sanità pubblica VS Sanità privata: le ragioni di questa dicotomia sono diverse, affondano nelle politiche passate, nelle leggi di Bilancio… Sappiamo, però, che a parità di risorse, una buona organizzazione del lavoro unita alla digitalizzazione e all’automatizzazione di alcune procedure e dei processi, può fare la differenza, sia nella velocità con cui è possibile prenotare una visita, sia nel contenimento dei costi.
Il software gestionale medico è uno strumento fondamentale per semplificare, ridurre gli errori, velocizzare le procedure e condividere le informazioni. In definitiva, è uno dei mezzi più importanti per garantire un ottimo servizio al paziente, ad un costo ragionevole.
Le novità previste nel 2024
Quest'anno si prospettano importanti novità per quanto riguarda le liste di attesa nel sistema sanitario italiano. Il governo ha presentato un nuovo piano nazionale volto a migliorare ed abbattere significativamente i tempi di attesa per le prestazioni sanitarie. Questo piano, annunciato dal Ministro della Salute Orazio Schillaci, prevede interventi strutturali e l'eliminazione del limite di spesa per le assunzioni, con l'obiettivo di risolvere le problematiche croniche legate alla programmazione e alla gestione delle risorse sanitarie.
Tuttavia, rimangono ancora sfide da affrontare, come la necessità di fronteggiare la carenza di personale sanitario e di assicurare la trasparenza nella gestione delle liste di attesa. Le Regioni sono chiamate a garantire la fornitura dei servizi in modo equo e trasparente, rispondendo alle richieste anche delle varie associazioni di tutela dei consumatori.
Sanità privata e digitalizzazione: nuove frontiere per l'assistenza ai pazienti
Nel 2024, gli investimenti per la digitalizzazione del settore sanitario in Italia, compresi quelli del programma Transizione 4.0, mantengono un ruolo attivo e di rilievo. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha destinato consistenti risorse per potenziare l'infrastruttura tecnologica del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), con particolare attenzione al Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) e alla telemedicina.
Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE)
Il PNRR prevede un investimento per migliorare e diffondere il FSE su tutto il territorio nazionale, con l'obiettivo che entro la fine del 2025, l'85% dei centri medici privati e convenzionati - così come i medici di base - contribuiscano all'implementazione del Fascicolo Sanitario Elettronico e che tutte le Regioni e Province Autonome lo adottino e utilizzino entro metà 2026.
A questo proposito, è necessario che tutti i centri medici adottino soluzioni conformi all'elaborazione di referti per il FSE
Telemedicina: un supporto fondamentale per i pazienti con malattie croniche
Il piano include anche lo sviluppo di una piattaforma nazionale di telemedicina e la promozione di progetti innovativi per l'assistenza a distanza. Entro il 2025, la telemedicina dovrebbe assistere oltre 200.000 pazienti, migliorando l'accesso alle cure specialmente per i pazienti cronici e riducendo i divari territoriali
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