Medico, paziente e tecnologia: la nuova triade della Sanità Digitale
Generazione connessa, è così che vengono chiamati, talvolta, i Millennials, ovvero tutte quelle persone nate tra il 1980 e il 2000. In Italia sono, in totale, 11,2 milioni e hanno, oggi, un’età compresa tra i 18 e i 38 anni, studenti e giovani professionisti con caratteristiche ben precise: infatti sono stati i primi ad avere dimestichezza con gli strumenti del digitale.
Che tipo di impatto ha questa generazione sul mondo del lavoro e, in particolare, su quello medico dove il ruolo della sanità digitale cresce giorno dopo giorno?
Generation Now: chi sono i medici millennials?
Havas, in collaborazione Ipsos e Sanofi, ha recentemente pubblicato i risultati di una ricerca che va ad indagare proprio i cambiamenti e le evoluzioni del mondo della sanità digitale mano a mano che medici appartenenti alla generazione dei Millennials riescono ad accedervi.
È importante, prima, capire quali sono questi elementi ritenuti come caratterizzanti di una generazione. Secondo una ricerca di Yahoo Advertising, per esempio, si tratta di persone che sono nate immerse nel mondo digitale e cresciute con uno smartphone, attraverso il quale, principalmente, cercano espressione di sé. Internet è cruciale: basti pensare che il 76% dei millennials italiani è connesso, da mattina a sera, spesso anche la notte. La connessione, secondo l’analisi di TSW, ha una triplice funzione: risolvere i problemi o le questioni quotidiane, intrattenimento, informazione. Il tutto nel momento stesso in cui qualcosa accade.
In che modo queste abitudini si trasformano e si calano nel contesto di un ospedale o di un ambulatorio? Uno studente di medicina, infatti, trascorre un anno e due mesi del suo percorso di formazione online.
Difficile immaginare che ciò non abbia un impatto sul suo approccio alla professione.
Sanità digitale, il ruolo dei nuovi medici
La tecnologia avrà un ruolo sempre maggiore nella vita di un medico, migliorando e potenziando la professione. Questa è l’aspettativa dei 152 medici millennials coinvolti nell’indagine di Havas. L’idea è che gli strumenti della sanità digitale forniranno allo specialista un supporto in varie fasi del proprio lavoro, dalla diagnosi alle prescrizioni.
Più di un medico su 10 crede che il ruolo della tecnologia andrà ancora ad aumentare, ed è convinto che gli sarà utile per essere sempre aggiornato ed informato sull’evoluzione del proprio ambito. Secondo la ricerca, inoltre, uno dei potenziali sviluppi della sanità digitale a cui i giovani guardano con più interesse è il ruolo dell’Artificial Intelligence nella diagnosi delle malattie.
Tecnologia più medica o medici più tecnologici?
Secondo “Generation Now”, il futuro non vedrà il sopravvento della tecnologia a scapito della dimensione umana. Tutto il contrario: i medici 2.0, infatti, sono convinti che l’impiego intelligente e funzionale degli strumenti della sanità digitale porterà ad un miglioramento non solo del proprio lavoro, ma anche del rapporto con il paziente.
Il lato umano non passa mai in secondo piano: se la tecnologia consente di raccogliere una considerevole mole di dati a proposito di ciascuno, sarà sempre il professionista ad essere responsabile di una lettura ed un’analisi corretta. Oltre al fatto che resterà un suo compito, a cui potrà dedicare più energie e tempo, quello di dialogare con il proprio team e con il paziente per individuare la terapia più efficace.
Attenzione ai dati, lotta alle fake news
Se, dunque, i medici 2.0 sono convinti che la tecnologia farà bene alla propria professione e al rapporto con il paziente, la sola preoccupazione rilevata dall’indagine di Havas riguarda la diffusione delle fake news. Infatti, i giovani specializzandi e specializzati sono convinti che il futuro della salute sarà guidato da un numero sempre maggiore di evidenze scientifiche e dal progresso tecnologico. Facile comprendere perché la diffusione di informazioni false e non verificate, soprattutto online, spaventi molti di questa generazione, che per prima si informa in questo modo.
Secondo alcuni studi, infatti, il tempo che passa tra la diagnosi di una malattia e la ricerca su Internet di cosa questa comporti è di soli 13 secondi. Una frazione di tempo minima che spaventa non poco i professionisti della sanità. L’auspicio, e il supporto richiesto alla tecnologia, è che fornire al paziente informazioni e contenuti di qualità con continuità possa, da un lato, rafforzare il rapporto di fiducia tra medico e paziente, e dall’altro educarlo aiutandolo a comprendere meglio quanto accade alla propria salute.
E proprio perché la fiducia svolge un ruolo fondamentale, i medici millennials intervistati sottolineano l’importanza di una regolazione efficace della privacy: i dati che necessariamente vengono raccolti devono essere trattati con cura.