Contro le fake news in sanità: "Dottore... ma è vero che?"
Per combattere la disinformazione e le fake news in sanità, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri ha creato il sito dottoremaeveroche.it. Obiettivo? Offrire alla popolazione un’informazione accessibile, scientificamente solida e sempre trasparente, e ai medici strumenti comunicativi nuovi, in linea con i tempi, proficui nell’attualizzare lo scambio che è alla base del rapporto tra medico e paziente.
Fake news e sanità: 1 italiano su 2 non le riconosce
Lefake news in sanità non sono una novità salita alla ribalta solo grazie al social network. Al contrario sono molti i casi di notizie false e bufale totalmente prive di fondamento scientifico che hanno trovato terreno fertile nell’opinione pubblica spinte da campagne di disinformazione. Un esempio, tra tutti, è quello del caso stamina, ma gli esempi sono molteplici.
L’aspetto che, però, preoccupa gli operatori e danneggia in parte il rapporto medico-paziente è la tendenza dei pazienti a credere a ciò che sentono in televisione oppure che leggono online. Il rischio non è, dunque, tanto quello di una diffusione capillare delle fake news in sanità in sé e per sé, quanto la ridotta capacità critica dei potenziali pazienti che non sanno distinguere tra bufala e informazione attendibile.
Come sottolineato dal dottor Alessandro Conte della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO): “sappiamo che un italiano su due fa fatica a rapportarsi in maniera consapevole e autonoma ai dati o ai temi di salute che trova sul web”.
Tuttavia sono i dati relativi alle nuove generazioni ad illustrare i rischi e le opportunità per la comunicazione sanitaria in rete. Ben 8 adolescenti, pazienti “nativi digitali”, su 10 cercano sul web informazioni relative al proprio stato di salute, concentrandosi su sessualità e alimentazione - uno dei temi più caldi. Dichiarano, però, di essere anche non pienamente soddisfatti di quanto trovano in rete e in molti si sentono confusi come prima di aver completato una ricerca.
Il web come strumento contro le fake news in sanità
L’abitudine a rivolgersi al “dottor Google” così come la ridotta capacità da parte dei pazienti di distinguere un’informazione corretta da una scorretta chiama in causa direttamente gli operatori del settore e le risposte possono essere differenti.
Una strategia è quella dei divulgatori scientifici, detti anche “health influencer”, ovvero professionisti del settore che utilizzano i propri canali social per realizzare campagne di divulgazione scientifica. L’esempio più noto è quello del dottor Roberto Burioni che dalla sua pagina Facebook (che oggi conta più di 450.000 “mi piace”) ha iniziato a replicare, punto per punto, alle tesi anti vacciniste. Ma non è un caso isolato.
Una seconda strategia è quella di una risposta collettiva da parte della categoria. È il caso del sito “Dottore… ma è vero che?” lanciato all’inizio del 2018 dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO). L’obiettivo era entrare nell’arena mediatica online per aumentare il peso specifico e la presenza di informazioni scientificamente fondate.
L’idea, infatti, è che a differenza di altri media, internet consente sì una rapida diffusione di qualsiasi tipo di informazione non verificata, ma lascia ampio spazio anche a soggetti autorevoli di presentare la propria “versione dei fatti”. È lo spazio ideale per controbattere alla diffusione delle fake news, a patto che siano le istituzioni e i medici stessi ad adoperarsi per spiegare al paziente che si rivolge a Google qual è la situazione.
“Dottore...ma è vero che?”, il sito dell’Ordine dei Medici
“Dottore.. ma è vero che?” nasce proprio dalla domanda classica che i pazienti pongono al proprio medico in ambulatorio e la trasferiscono online. Il portale raccoglie un ampio archivio di risposte a domande molto frequenti divise per argomenti in ordine alfabetico: Alimentazione, Allergie, Calvizie, Cellulite, Disturbi gastrointestinali e ancora avanti.
Ogni articolo presenta le risposte come le darebbe un medico direttamente al paziente, prevede le domande di approfondimento e non manca mai una bibliografia a sottolineare l’importanza delle fonti di quanto affermato.
Esiste, inoltre, una sezione dedicata alla “Navigazione consapevole” nella quale sono i medici stessi a spiegare al lettore, in maniera semplice ed immediata, come interpretare quanto viene letto online. Lo scopo è proprio aiutare il cittadino a valutare in modo critico la qualità dell’informazione sanitaria online.
Dal punto di vista tecnico, lo sforzo dei promotori del sito è anche quello di ottimizzarlo efficacemente dal punto di vista della SEO affinché i contenuti siano facilmente accessibili e appaiano in cima alla pagina di Google quando il cittadino si rivolge al web per sapere qualcosa sulla propria salute.
Unendo, dunque, conoscenze più tecniche e competenze professionali specifiche è possibile contrastare la diffusione delle fake news in sanità finalmente su un piano paritario in cui il medico può esercitare tutto il suo potere relazionale e far sentire la propria voce.