Anziani soli: ecco come aiutarli e curarli con l'Intelligenza Artificiale
Il futuro è già qui. Inutile girarci attorno, sono molte le opportunità offerte dallo sviluppo tecnologico, dall’intelligenza artificiale e dalla robotica che già nella contemporaneità potrebbero avere un impatto anche cospicuo sulla vita quotidiana di molte persone. E, in maniera particolare, questi strumenti possono rivelarsi preziosi per affrontare in maniera più sostenibile l’invecchiamento della popolazione, un fenomeno ormai irreversibile in paesi come l’Italia. Se a ciò si aggiunge che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, entro il 2020 la depressione sarà la seconda causa di invalidità per malattia, dopo le patologie cardiovascolari, su scala globale si può comprendere perché la tecnologia è così importante anche come fattore di compagnia per gli anziani rimasti soli, spesso lontani dalla famiglia.
Perché la tecnologia può essere benefica per gli anziani?
Sono molti i motivi per cui una persona, con il passare degli anni, si trova a veder ridotte le occasioni di scambio e confronto con i propri affetti. Spesso sono ragioni di lavoro che conducono i figli lontani, e fisiologiche quelle che, progressivamente, tendono ad isolare gli Over 65 e oltre.
Sono molto interessanti i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista Mayo Clinical Proceedings che hanno evidenziato come l’utilizzo del computer migliori le capacità cognitive e mnemoniche degli anziani, contrastando il declino cognitivo, anche lieve, che viene riscontrato in quattro persone su dieci, una volta superati i 70 anni. Se poi l’utilizzo del pc si accompagna al moto, l’azione ne risulta rafforzata e il cervello tutelato.
Anziani soli: le opportunità della tecnologia
Secondo uno studio realizzato da comScore nel 2014, gli Over 55 utilizzano la tecnologia e internet principalmente per navigare sui social network, consultare il meteo, tenersi in contatto con amici, parenti e nipoti lontani. Ma le opportunità sono molte di più. Esiste, per esempio, l’app Android Device Manager che consente di sapere, anche a distanza, dove si trova un cellulare: strumento utile per chiunque tenda a dimenticarlo in giro, ma anche alla famiglia, che può tenere sotto controllo un parente anziano, ovunque si trovi. Silent Sleep, invece, toglie automaticamente la suoneria dello smartphone quando si va a dormire, mentre Torch (così come tante altre opzioni simili) permette di avere sempre a portata di mano una fonte luminosa.
Si tratta di innovazioni semplici che, tuttavia, possono migliorare concretamente la vita di chi si trova da solo e ad affrontare un’età non semplice. Molti, a questo proposito, sono anche i servizi della digital health pensati proprio per gli anziani e per chi soffre di patologie croniche: molto in questo senso è realizzato dalla telemedicina e dalla telefarmacia. Mentre gli sviluppi più interessanti, anche guardando al futuro, sono quelli legati all’evoluzione dell’intelligenza artificiale.
AI e anziani: compagnia e non solo
Anche la robotica e l’evoluzione dell’intelligenza artificiale si sono mosse nella direzione di un supporto concreto alle necessità della Terza Età. In Giappone sono già 5.000 le case di riposo che hanno “adottato” dei piccoli robot che svolgono funzioni molto semplici, come raccogliere gli oggetti da terra, e attraverso telecamere e sensori consentono agli operatori di tenere sotto controllo la situazione degli ospiti in qualsiasi momento, anche se sono impegnati altrove o in altre faccende. Ciò che sorprende, però, è il principale motivo di successo di questo tipo di robot: gli ospiti delle case di riposo si sentono meno soli quando questi sono attorno. La possibilità di interagire con loro non fa che accrescere questo senso di compagnia molto prezioso.
Esistono anche dispositivi progettati proprio per fare compagnia agli anziani. È il caso di ElliQ, intelligenza artificiale sviluppata da Intuition Robotics e presentato a Londra nel 2017. Le sue funzioni sono basiche: fare videochiamate, partecipare a giochi online, utilizzare i social media. La differenza rispetto ad un semplice smartphone è che ElliQ stimola il coinvolgimento attivo dell’utente, incoraggiandolo a scrivere, ma anche a fare attività motoria se, attraverso i suoi sensori, percepisce un periodo prolungato di fronte al divano. Inoltre, assicurano i programmatori, può anche imparare e memorizzare i gusti e le preferenze dell’utente e, sulla base di questi, proporre attività personalizzate, libri da leggere, musica da ascoltare trasformandosi in una vera e propria dama di compagnia, ma artificiale.
Il progetto Bridge, invece, è frutto del lavoro di ricerca sviluppato dal DEIB - Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria Politecnico di Milano che mira ad integrare la dotazione tecnologica dell’ambiente abitativo dove si trova l’anziano con il duplice fine di assicurargli tranquillità in casa e sicurezza per la famiglia. Grazie a sensori, che trasmettono informazioni ai familiari, 24 ore su 24, è possibile sapere qual è lo stato della casa e della persona; fanno parte del sistema anche allarmi che segnalano potenziali problemi e, in alcuni casi, suggeriscono soluzioni immediate. Ciò può avere un effetto indiretto anche sulla salute: preoccupazione condivisa da molti figli che si trovano lontano da un genitore che deve seguire una terapia è quella che si ricordi di prendere le medicine. I sensori del progetto Bridge possono monitorare anche questo aspetto, segnalando anomalie o dimenticanze anche direttamente all’anziano che si trova in casa.
Naturalmente nessuno dei dispositivi tecnologici potrà sostituire il rapporto umano con l’anziano, né tanto meno le relazioni sociali. Si tratta principalmente di strumenti che possono essere integrati nella routine per raggiungere una condizione di serenità maggiore e sicurezza, che possono trasformarsi in presupposti per un coinvolgimento dell’anziano in varie attività. Gli esperti sottolineino come, per quanto sia ancora socialmente complessa da accettare una potenziale convivenza tra esseri umani e dispositivi con un tale tasso di innovazione tecnologica, i robot rappresentano una soluzione fondamentale per poter sostenere l’invecchiamento della popolazione, supportando gli anziani di domani sia in ambito assistenziale che riabilitativo.