Televisite: 5 pregiudizi + 1 da sfatare
L’emergenza Covid-19 ha trasformato la quotidianità di molte professioni e anche in ambito sanitario sono state tante le novità introdotte e diffuse proprio nel corso del 2020. La “Smart Health” è diventata più accessibile per i pazienti e molte strutture e professionisti hanno introdotto la possibilità di svolgere consulti e terapie anche a distanza. Alcuni, però, percepiscono le televisite come un ostacolo. Sfatiamo questo mito!
Televisite: un’opportunità, non un ostacolo
La televisita è una modalità di consulto medico che si svolge a distanza attraverso una videochiamata tra specialista e paziente. Può essere adatta a diversi ambiti: il monitoraggio della condizione di salute di un paziente cronico non grave, oppure per la riabilitazione.
Una modalità di televisita che si è rivelata molto preziosa proprio in queste fasi di emergenza e di chiusura è stata la teleriabilitazione per i bambini a cura di logopedisti e altri specialisti che si occupano di disturbi dell’età evolutiva. Sono molti anche gli psicologi e gli psicoterapeuti che, alla luce della difficoltà del periodo, si sono attivati per mantenere il contatto con i pazienti e anche a distanza.
Nonostante i professionisti siano complessivamente soddisfatti delle opportunità offerte da visite, terapia e riabilitazione a distanza, nei pazienti restano alcuni dubbi. Ne vediamo insieme 5+1, tutti da smentire.
1. Il medico può aiutarmi soltanto nel suo studio
Uno dei pregiudizi più diffusi riguarda il luogo dove si svolge la visita. Normalmente, infatti, ci recheremmo presso lo studio o la struttura, passeremmo dalla sala d’attesa e dalla reception per poi accomodarci nella stanza dove avviene la visita. Parte di questa esperienza, che risulta rassicurante per il paziente, si può replicare grazie alle funzioni dell’Ambulatorio SMART di GIPO che permette di gestire senza soluzione di continuità le attività svolte in sede oppure a distanza.
Inoltre, il medico, il fisioterapista o lo psicologo hanno competenze specialistiche che valgono indipendentemente dalla strumentazione a disposizione. Per questa ragione, se valuteranno che una visita si può svolgere in videochiamata, dedicheranno al paziente lo stesso tempo e attenzione, anche aiutando a preparare la videochiamata in maniera accurata e facilitare così il confronto.
2. Non si crea lo stesso rapporto di fiducia e confronto
È innegabile che la pandemia abbia trasformato anche il rapporto tra medico e paziente. Esplorare nuovi canali come Facebook, YouTube o le chat è stato fondamentale anche per superare la barriera visiva posta dalla mascherina. La televisita, in tal senso, si trasforma in una risorsa per abbattere gli ostacoli: medico e paziente si vedono in faccia e, se la connessione è abbastanza stabile, è anche più semplice confrontarsi e parlare di sintomi o terapie.
Al contrario di quanto si può temere, relazionarsi con uno specialista in questo modo rende la terapia più accessibile e per familiari e caregiver è più semplice incontrare virtualmente chi sta seguendo l’evoluzione del proprio stato di salute e di quello dei propri cari.
3. Online ci si sente numeri e non persone
Un altro timore diffuso a proposito delle televisite è che, a distanza, il paziente si senta lontano dal medico, come se la distanza fisica implicasse anche una forma di disinteresse. Naturalmente il professionista non incorrerà in questa situazione poiché, online o offline, non cambia il suo approccio al lavoro e il rispetto delle norme, anche etiche, che esso implica.
Inoltre, per molti mesi le videochiamate sono state l’unico modo per incontrare e sentire vicino i propri cari e la famiglia. Vedersi online, sebbene attraverso la webcam di pc e smartphone, e parlarsi è stato fondamentale per abbattere le distanze. La stessa dinamica si replica anche con il medico che saprà guidare la televisita e organizzarla a puntino.
4. Le videochiamate sono sicure?
La tutela della privacy è, giustamente, una delle preoccupazioni di chi si approccia per la prima volta ai video consulti. È bene ricordare che professionisti autonomi e strutture devono garantire riservatezza e privacy del paziente, di persona come online.
Per le televisite, in particolare, si ricorre al consenso informato, tramite un modulo, di chi si sottopone all’appuntamento e, spesso, la visita viene registrata come forma di tutela e protezione del paziente. L’intero percorso terapeutico e le modalità vanno, in ogni caso, concordate tra medico e paziente e, nel caso in cui quest’ultimo non si senta sicuro online o ritenga di non avere i mezzi a disposizione, si opterà per un’alternativa, compatibilmente con le regole vigenti.
5. Le informazioni condivise vanno perse
Un altro falso mito a proposito delle televisite è che indicazioni terapeutiche, segnalazioni di sintomi o altre informazioni non vengano registrate come avviene, invece, dopo una visita di persona. Si tratta, per l’appunto, di un falso mito perché la procedura seguita dalla struttura è la medesima, e il paziente troverà tutte le informazioni nel suo Fascicolo Sanitario Elettronico.
Talvolta le sedute possono essere anche registrate proprio per agevolare il paziente a replicare i movimenti suggeriti dal fisioterapista, oppure riascoltare alcuni degli elementi emersi durante una seduta di psicoterapia. A distanza, oppure di persona, la cura riposta nel paziente è totale e, anzi, soprattutto nelle strutture che hanno adottato già sistemi gestionali avanzati il trattamento delle informazioni è identico.
5+1. Lo specialista online è meno “qualificato” di quello che incontro di persona
Concludiamo con una riflessione che può nascondere delle insidie. Talvolta, infatti, il paziente tende ad avere meno fiducia nello specialista che propone la televisita perché ha l’impressione che si tratti di un “medico online”. Lo considera, di fatto, meno qualificato in un “medico offline”, suggerendo quasi una minore serietà e competenza di colui che offre anche un servizio a distanza.
Questo è un tranello molto pericoloso nel quale è fondamentale non cadere. La televisita è una delle modalità per svolgere un servizio in ambito sanitario applicata e promossa da specialisti formati e abilitati, nonché da strutture riconosciute. Non vi è alcuna differenza tra il professionista online e offline, sono la stessa persona, con le stesse competenze e qualifiche, che opera in maniere diverse per cercare di rispondere ai bisogni dei pazienti e garantirne la sicurezza.
Si tratta piuttosto di un servizio aggiuntivo pensato per garantire la cura e l’assistenza di cui le persone hanno bisogno, anche in momenti di difficoltà e in piena sicurezza.
Infatti, molte piccole azioni di tutti i giorni, oggi si possono fare anche online.
Dalla televisita alle prenotazioni e ai pagamenti online: scopri i servizi di GIPO per restare al fianco dei tuoi pazienti anche a distanza.