Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0: le novità per il 2024

La digitalizzazione della sanità in Italia passa attraverso la Cartella Clinica Elettronica e l’introduzione, in tutte le Regioni, del Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 (FSE 2.0). Quest’ultimo è una versione evoluta e aggiornata rispetto a quanto sperimentato finora, resa possibile grazie ai fondi stanziati tramite il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che dedica una voce di azione e spesa all’interno della Missione 6 “Salute” proprio al “Rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta, l’elaborazione, l’analisi dei dati e la simulazione (FSE)”. Dopo una prima fase di sperimentazione che ha coinvolto 6 Regioni, il programma di innovazione coinvolgerà l’intero Paese favorendo l’adozione di uno strumento unico, moderno e interconnesso, per una Sanità più efficiente e vicina al cittadino.

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Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0: una vera innovazione per la Smart Health

L’introduzione del Fascicolo Sanitario Elettronico è una delle azioni che ha trainato la digitalizzazione della sanità in Italia, tuttavia nella sua operatività ha mostrato diversi limiti. E proprio dalle difficoltà e dai benefici emersi in questi primi anni di sperimentazione trae forza la centralità che detiene, nell’ambito dell’importante stanziamento economico per la sanità del PNRR, l’adozione di quello che viene chiamato Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0.

In particolare, tra i fattori che hanno rallentato lo sviluppo e l’utilizzo da parte dei cittadini è stata osservata la disomogeneità di piattaforme tra le Regioni, la carenza di servizi orientati alle persone e ancora una parziale maturità da parte delle strutture che dovevano “popolare” di dati (sicuri) il Fascicolo.

In questo senso, dunque, è centrale anche la diffusione dello strumento che permette poi di condividere i dati digitalmente: la cartella clinica in formato elettronico.

  

Cartella Clinica Elettronica: la base per lo scambio di informazioni sul paziente

Uno dei pilastri del PNRR, nell’ambito della Sanità, è la possibilità per centri medici, poliambulatori e altre strutture sanitarie sparse sul territorio di condividere e scambiarsi informazioni e dati sui pazienti. L’obiettivo è come sempre dare al cittadino le migliori cure. Questo è possibile se le cartelle cliniche stesse nascono come Cartelle Cliniche Elettroniche, anche grazie all’uso di piattaforme di scambio di dati sanitari che raccolgono, aggregano e rendono disponibili in sicurezza le informazioni. 

GipoNext è approvato dal Ministero della Salute per la creazione di referti  del FSE 2.0.  Scopri il nuovo standard per centri medici Richiedi informazioni

Condivisione sicura, qualità dei dati, interoperabilità 

“Condivisione sicura” è il requisito fondamentale di questo processo, richiamato anche nelle Linee Guida per l’attuazione del nuovo Fascicolo Sanitario Elettronico pubblicate in Gazzetta Ufficiale nel luglio 2022, che identificano chiaramente i quattro obiettivi del FSE 2.0:

  • adozione di uno standard unico a livello nazionale, ovvero l’HL7-FHIR (che sta per Far Healthcare Interoperability Resource), che ha l’obiettivo di garantire la qualità dei dati e della trasmissione degli stessi; 
  • sviluppo di un modello architetturale unico a livello nazionale che, grazie per l’appunto a un gateway HL7-FHIR, favorisce una maggiore sicurezza dei dati;
  • sostituzione del Punto Unico di Accesso ai servizi digitali per il cittadino implementando la realizzazione di spazi rivolti all’utente;
  • miglioramento e sviluppo dei servizi di supporto alle attività di ricerca e governance.

Cruciale è, per l’appunto, il Gateway HL7-FHIR perché, nella visione dei promotori del FSE 2.0, rappresenterà il nodo di governance dell’intero sistema e garantirà l’interoperabilità tecnica, tecnologia, sintattica, semantica e organizzativa. Elemento chiave per far sì che il Fascicolo sia, contemporaneamente, utile e sicuro.

Adottare, inoltre, un unico standard comporta anche l’obbligo di impiegare criteri terminologici comuni. Si tratta di un elemento non da poco, che favorisce uno scambio di informazioni e dati sempre più accurato e preciso, utile sia dal punto di vista clinico sia della ricerca.

FSE 2.0.: più servizi al cittadino e ai professionisti

Una nuova architettura interna significa maggiori servizi e funzionalità rivolti a professionisti del settore della sanità e ai cittadini. 

 

Dal punto di vista degli operatori, il nuovo Fascicolo Sanitario Elettronico semplificherà la consultazione dei dati dei pazienti e fornirà supporto nella condivisione clinica con altri colleghi, ma non soltanto. Rilevante è l’aiuto per l’analisi e il monitoraggio delle terapie, dei cluster di tipologia e dei registri di sorveglianza. Infine, quando entrerà a pieno regime, il FSE nella sua nuova versione sarà uno strumento prezioso per utilizzare modelli di predittivi per lo studio delle patologie e le prescrizioni terapeutiche.

Dal punto di vista del cittadino, invece, aumentano i servizi a cui accede direttamente da un’unica piattaforma: prenotazione e pagamento online di visite e prestazioni, consultazione e download dei propri dati sanitari, gestione autonoma del ciclo del farmaco grazie alla connessione con le farmacie, l’opportunità di condividere i dati raccolti in autonomia (per esempio attraverso wearable, impiegati soprattutto nel campo della medicina dello sport ma non soltanto). Infine, l’opportunità di esprimere pareri sulla qualità dei servizi per fornire feedback alle strutture erogatrici di cure. 

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Digitalizzazione grazie ai fondi del PNRR: i primi incoraggianti risultati

Il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0, inizialmente, è stato introdotto in sei Regioni con obiettivi distinti: Basilicata, Campania e Piemonte per valutare un incremento dell’utilizzo ed Emilia-Romagna, Lombardia e Puglia per testare la trasferibilità automatica. 

 

Secondo gli obiettivi fissati dal PNRR e riportati dal Ministero della Salute, entro il 2025, l’85% dei medici di medicina generale dovrebbe alimentare il FSE ed entro il 2026 tutte le Regioni e Province Autonome dovrebbero averlo adottato

 

I primi dati raccolti durante la sperimentazione sono incoraggianti. In sette mesi, la percentuale di documenti disponibili sul FSE in Basilicata è passata dal 27% al 95%, in Campania dall’1,5% al 35% e in Piemonte dal 50% all’80%. Interessanti anche i dati riguardo al successo della migrazione dei documenti tra le Regioni coinvolte, ovvero la trasferibilità automatica dei dati: in questo caso la percentuale è passata dal 14% al 93% e gli errori nella fase della migrazione sono calati dal 5% al 0,60%.

 

Gli esperti sono convinti che, grazie all’impulso dato dal PNRR, l’adozione del Fascicolo Sanitario 2.0 possa rappresentare una svolta concreta per il Sistema Sanitario Nazionale. L’insieme di novità introdotte a partire dai limiti del primo FSE dovrebbe rendere più semplice e accessibile l’utilizzo del Fascicolo stesso e, quindi, gli obiettivi fissati dal piano potrebbero essere raggiungibili. 

Software accreditati con l'FSE: un requisito fondamentale per centri medici

Le Linee Guida introdotte per l'utilizzo dei fondi previsti nel PNRR sono volte a migliorare e facilitare l'integrazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) nel sistema sanitario italiano. Tutto ciò è particolarmente importante per raggiungere gli obiettivi stabiliti, come far sì che entro il 2025 i centri medici, sia privati che convenzionati, usino il FSE e che tutte le Regioni e Province Autonome lo adoperino entro il 2026.

Inoltre, entro tre mesi dalla pubblicazione delle Linee Guida, le Regioni e Province Autonome devono presentare piani per aggiornare i loro sistemi e ricevere i soldi necessari per farlo. In questo caso, dunque, è necessario utilizzare software di gestione pazienti che siano rispettino i criteri della creazione dei referti col Fascicolo Sanitario Elettronico, proprio come Gipo.

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