Pensiero laterale, idee e consigli inediti per risolvere i problemi. La creatività non è una caratteristica che resta fuori dalle porte del poliambulatorio e dello studio medico. Al contrario, il pensiero laterale può essere allenato per sviluppare la capacità di problem solving e migliorare il nostro lavoro.
Del resto è stata proprio l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1993 a includere la creatività tra le “life skills”, in italiano tradotto in “competenze per la vita”, ovvero un insieme di caratteristiche che possono essere usate per gestire situazioni e domande tipiche della vita quotidiana, in maniera da assicurarci un maggiore grado di benessere.
Come portare il pensiero laterale sul lavoro? Ecco alcuni consigli per far sì che la creatività possa aiutare anche nella gestione del poliambulatorio.
Oggi la creatività è un asset importante sul posto di lavoro e non è più associata soltanto a mestieri spiccatamente estrosi come l’artista, lo scrittore o il musicista. È invece una competenza trasversale, perché identifica una persona capace di guardare le questioni da un punto di vista diverso, offrire soluzioni inesplorate e tracciare strade inedite.
Secondo il “Future of Jobs Report” del World Economic Forum, la creatività è una delle abilità più importanti per un manager. Oggi e domani.
Ciò perché la leadership stessa è una caratteristica che si può arricchire di numerose sfumature e non è definita soltanto dall’esperienza o dall’anzianità di servizio di chi occupa una posizione di vertice in un’organizzazione professionale, compreso il poliambulatorio.
Numerosi studi hanno analizzato l’impatto della creatività sulle imprese e sono concordi nell’evidenziarne il valore. Ciò perché, da un lato, favorisce lo scambio di idee e la produttività e, dall’altro, permette al team di aumentare la capacità di risolvere i problemi. In un contesto come la “nuova normalità” della sanità, fortemente messo sotto stress dalla pandemia, saper rompere gli schemi e valutare se esistono opportunità inesplorate può fare la differenza.
Se la creatività è riconosciuta da decenni come un fattore di benessere e di sviluppo aziendale, perché non è ancora un elemento riconosciuto e prevalente?
Uno dei motivi è che ci sono alcuni ostacoli allo sviluppo di questa caratteristica a partire dalla convinzione, errata, di non essere creativi.
Tutti nasciamo con la possibilità di essere creativi, ma non ci crediamo.
È la scarsa autostima che, molto spesso, ci blocca. Chi parte dal presupposto che la creatività non sia il suo forte, difficilmente riuscirà a esplorare opportunità di pensiero e soluzioni troppo distanti da ciò che conosce.
Spesso, la paura delle critiche ci impedisce di esprimerci come vorremmo. Talvolta dipende nuovamente dalla fiducia in se stessi, altre invece dall’ambiente lavorativo. Il consiglio al manager o al dirigente, in questo caso, è di favorire un ambiente aperto, in cui le persone si sentano libere di proporre idee nuove o addirittura stravaganti senza timore di essere giudicate per questo.
Un altro grande ostacolo alla creatività è l’abitudine. Molto spesso la routine è frutto di anni di esperienza e della stratificazione dei modi di fare. Di frequente è anche la soluzione che nel tempo ha risposto meglio ai bisogni di tutti. Ma è ancora la strategia vincente? Usare il pensiero creativo porta a galla queste domande, che possono (o non possono) condurci a modificare il “come si è sempre fatto”.
Superare certi ostacoli non è impossibile, ma è importante capire come alternare il pensiero convergente e quello divergente. In cosa consistono?
Pensiero convergente e divergente sono due modalità di sviluppare un ragionamento che fanno entrambe parte di ciascuno di noi. L’una e l’altra vengono attivate di fronte a situazioni diverse, in maniera pressoché automatica. Per sviluppare la creatività, però, è importante distinguerle e scegliere in che modo approcciare un problema.
Il pensiero convergente è quel meccanismo secondo cui, di fronte a un problema, procediamo in maniera sistematica e logica, utilizzando schemi di ragionamento ed esperienze consolidate.
A esso si contrappone il pensiero divergente oppure laterale che è, invece, la tendenza a ricercare prospettive originali e soluzioni inusuali o inesplorate.
Il primo è associato a un approccio razionale alle questioni, mentre il secondo richiama il valore della creatività. Per farla emergere, quindi, è imparare ad allenare il pensiero laterale. Come? Vediamolo insieme con alcuni suggerimenti pratici!
Ciascuno ha le sue preferenze. C’è chi si trova a suo agio applicando la logica del pensiero convergente, chi invece esplora con naturalezza le opzioni del pensiero divergente.
Gli studi sulla creatività, però, suggeriscono che sul lavoro (e non soltanto) sia davvero importante utilizzare entrambi per poter far fronte a situazioni diverse.
Allenare il pensiero laterale o la creatività non è difficile. L’importante è partire da alcuni consigli e adattarli alla propria routine.
Le migliori idee non vengono (quasi) mai in mente quando siamo seduti alla scrivania scervellandoci per trovare la soluzione al problema. Più spesso, possono emergere mentre stiamo facendo altro. Ma come fare a non perderle?
Il più classico dei consigli per stimolare la creatività e non perderne i frutti è avere sempre a portata di mano un taccuino, oppure un’app sullo smartphone, dove registrare gli spunti interessanti. L’importante è che siano tutti insieme e a portata di mano quando arriverà il momento di discutere le opzioni di risoluzione del problema.
Il movimento fisico, anche in forma leggera, stimola l’attività neuronale. Una semplice passeggiata ogni giorno ci aiuterà a sfornare idee più creative, oltre che a sentirci meglio.
Un altro esercizio utile per allenare il pensiero laterale è scrivere tutte le idee che vengono in mente a proposito di un problema, senza giudicarle. Può essere interessante vagliare insieme al resto del team anche le opzioni che normalmente non avrebbero alcuna chance. In questo modo è possibile esplorare nuove soluzioni e individuare schemi di ragionamento meno scontati.
Dare libero sfogo alle associazioni di idee potrebbe portare il gruppo in un vicolo cieco, ma questa opzione non deve spaventarci. Al contrario, ogni tanto è molto utile ragionare anche sulle soluzioni scartate. Magari contenevano qualche spunto interessante!
Una mente rilassata produce idee più creative, lo sappiamo bene. Così come una camminata può essere utile per esercitare il pensiero laterale, lo è anche dedicare del tempo alla meditazione, allo yoga oppure alla mindfulness.
Ciascuno può individuare la pratica che gli si addice di più. Tutte favoriscono il rilassamento, aiutando le persone a concentrarsi sul respiro e su movimenti molto lenti. In questo modo, può capitare di “liberarsi” di preoccupazioni e ansie, affrontando il problema in maniera più rilassata e quindi efficace.
Esistono anche percorsi formativi dedicati alla creatività. Pensiamo alle opzioni che riguardano il problem solving, la scrittura creativa, il design thinking. Per un team aziendale potrebbe essere un’ottima occasione per sviluppare il pensiero laterale e crescere come gruppo.
Questi appuntamenti possono essere anche molto divertenti, oltre ad avere una concreta utilità per chi vi prende parte.
Il luogo in cui lavoriamo ha un impatto sulla creatività. Per questo è più importante di quanto si creda occuparsi degli uffici o dei poliambulatori anche come spazi fisici.
A questo proposito, sarebbe meglio valorizzare la luce naturale, gli spazi medi o ampi, i colori chiari. Ma anche illustrazioni o quadri che possano ispirare, e anche, perché no, alcune piante. In psicologia, il colore verde è associato alla creatività: oltre a rendere lo studio medico più accogliente, aiuta i collaboratori e i medici nel problem solving creativo.
Spesso un ulteriore ostacolo è dato dalla mancanza di tempo da dedicare alle attività che allenano il pensiero laterale. In poliambulatorio oppure nello studio medico possiamo attivare dei servizi a supporto che favoriscono una gestione più fluida del lavoro, liberando tempo a chi lavora. Pensiamo ai software gestionali che permettono di automatizzare alcune mansioni legate ai promemoria dei pazienti, all’inserimento dei dati oppure alle prenotazioni delle visite.
Tutto il tempo “liberato” grazie alla tecnologia diventa tempo da poter destinare alla creatività e al pensiero laterale. Se vuoi conoscere quali sono le opportunità che Gipo propone per ottimizzare la gestione del tuo studio medico o poliambulatorio, contattaci.
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