Il settore della sanità è un campo di azione vasto e delicato che, negli ultimi anni, sta affrontando importantissime sfide collettive, dalla pandemia al progressivo invecchiamento della popolazione. Contemporaneamente, abbiamo assistito a un virtuoso processo di digitalizzazione che dovrebbe portare con sé un cambio di paradigma culturale, oltre che pratico.
Software e piattaforme digitali non sono soltanto strumenti finalizzati a rendere più fluidi determinati task, ma possono essere anche utilizzati per migliorare l’intera gestione della struttura sanitaria o della singola attività. Favoriscono il dialogo tra la dimensione clinica e quella amministrativa e, dunque, possono assumere un ruolo fondamentale anche dal punto di vista della sicurezza.
In ambito sanitario, parliamo di rischio clinico, secondo la definizione del Ministero della Salute, quando avviene un “fallimento nella pianificazione e/o nell’esecuzione di una sequenza di azioni che determina il mancato raggiungimento, non attribuibile al caso, dell’obiettivo desiderato”. Analisi, prevenzione e gestione del rischio sono, dunque, elementi chiave dell’organizzazione di un centro medico.
L’importanza dell’argomento è testimoniata dall’attenzione dedicata dal Ministero della Salute che definisce così la gestione del rischio clinico: “il clinical risk management rappresenta l’insieme di varie azioni messe in atto per migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie e garantire la sicurezza dei pazienti, sicurezza, tra l’altro, basata sull’apprendere dall’errore.”
Nel contesto sanitario, gli ambiti di rischio possono riguardare:
Una gestione efficiente dei rischi in sanità, specifica ancora il Ministero, ha diversi effetti positivi:
L’individuazione del rischio clinico si collega alla necessità di una strategia di gestione del rischio, o risk management. Il fine è contenere o evitare l'occorrenza di eventi avversi all’interno della struttura sanitaria e aumentare la sicurezza di pazienti, medici, professionisti sanitari, collaboratori. Di fatto, si individuano modalità e procedure per “imparare dagli errori”, osservando eventuali problemi e difficoltà in un contesto più ampio del gesto del singolo operatore.
Una struttura di questo tipo consente al medico di operare nel pieno rispetto di quattro requisiti tipici:
La gestione del rischio è dunque cruciale. Ma come si traduce in pratica?
È ancora una volta il Ministero della Salute a identificare e descrivere quali sono gli ambiti prioritari per l’implementazione delle azioni di gestione del rischio clinico:
Il tutto nel quadro della Legge 24 del 2017 “Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie" che, inoltre, ha istituito l’Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità.
Il clinical risk management è dunque l’insieme delle azioni che una struttura sanitaria mette in campo per identificare, prevenire, evitare e gestire l’eventuale rischio clinico.
Le funzioni sono differenti:
Esistono diversi approcci e teorie all’analisi dei rischi in sanità e moltissime azioni diverse che, in base alla struttura e al tipo di eventuale rischio in cui si incorre, possono essere implementate.
Per esempio, l’approccio proattivo, identificato anche dalle sigle FMEA e FMECA, parte dall’idea che indagare tutti i processi in ogni fase è la modalità ideale per prevenire l’errore. In altre parole, si istituisce un sistema di monitoraggio continuo che possa individuare le criticità tecniche e i possibili errori umani.
La Food and Drugs Administration, ovvero l’agenzia che regola e amministra parte le sistema di gestione della salute negli Stati Uniti, ha individuato cinque livelli qualitativi che descrivono la gravità dell’impatto del potenziale errore sul paziente partendo dal meno grave a quello inaccettabile:
Questi sono gli elementi da cui si sviluppa la strategia di risk management e che rappresentano i termini di riferimento per tutti gli aspetti della sicurezza. Si tratta di un approccio multidisciplinare che valuta e osserva il sistema nel suo complesso a partire dall’affidabilità di ogni ingranaggio.
Un’ulteriore approccio al Risk management in sanità prevede la divisione del processo gestionale in quattro fasi logicamente correlate tra loro e successive dal punto di vista temporale:
L’elemento che accomuna le varie strategie di gestione del rischio clinico è l’approccio sistemico e multiprofessionale. Tutte le fasi dell’attività di un centro medico o di un poliambulatorio vanno analizzate ed è necessario superare la differenza pregiudiziale tra sicurezza informatica e sicurezza legata alle persone.
Gli strumenti digitali oggi possono essere elementi che migliorano la sicurezza della struttura, anche dal punto di vista della gestione del rischio clinico. Un software gestionale sicuro e 100% GDPR compliant permette, per esempio, di migliorare le prestazioni del centro medico su questa particolare, e delicatissima, area di intervento.
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