Violenza contro il personale sanitario: cosa dice il Ddl Antiviolenza
L’aula del Senato ha approvato all'unanimità il provvedimento per la sicurezza di coloro che svolgono professioni sanitarie e socio-sanitarie, spesso vittime di violenza da parte di pazienti o familiari di questi ultimi.
Il Ddl Antiviolenza prevede sanzioni fino a 5.000 euro e pene fino a 16 anni per chi commette atti di violenza contro il personale sanitario durante l’orario di lavoro.
Cosa prevede il Ddl Antiviolenza
D’ora in poi aggredire un medico o un infermiere potrebbe tradursi in una condanna pesante: il Ddl Antiviolenza appena approvato, composto da 10 articoli, introduce pene severissime per chi fa del male al personale sanitario e socio-sanitario. In caso di aggressioni sono previste sanzioni molto alte, pene fino a 16 anni e, in caso di lesioni o percosse, è prevista la procedibilità d’ufficio.
Quindi, le modifiche approvate dalle Commissioni Giustizia e Sanità hanno esteso per le categorie sanitarie le stesse pene previste nell’ipotesi di lesioni personali provocate ad un pubblico ufficiale.
Il Ddl prevede anche protocolli operativi con le forze di polizia, per garantire interventi tempestivi, e l’istituzione dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti di professioni sanitarie e socio-sanitarie presso il Ministero della Salute. Questo istituto dovrà essere costituito, per la sua metà, da rappresentanti donne.
Il ministro della Salute Roberto Speranza, tramite la sua pagina Facebook, ha definito questa legge “un traguardo importante”: “Da oggi c’è una legge che difende con più forza da ogni forma di aggressione i professionisti sanitari e il loro lavoro. L'approvazione definitiva del disegno di legge sulla sicurezza dei medici, infermieri e di tutti gli operatori sanitari rappresenta un importante traguardo, che ha unito Governo, Parlamento e mondo della sanità"
Violenza sul personale sanitario: un trend in continua crescita
La violenza sul personale sanitario è un'emergenza vera e propria: le aggressioni segnalate dall’Inail sono circa 1.200 l’anno, ma se ne stimano almeno il triplo perché in molti non denunciano.
Anche secondo i dati del sindacato Nursing Up, nel 2019 si sono verificati circa 3.000 casi di aggressione, di cui ne sono stati denunciati meno della metà.
Gli episodi di violenza avvengono durante e fuori l’orario di lavoro da parte dei pazienti, dei loro familiari o accompagnatori e costituiscono un rischio per la salute fisica e psicologica della persona, una grande fonte di stress che, accumulandosi ai turni lunghi e pesanti di lavoro, può sfociare anche in episodi di burnout. Per proteggere non solo la salute, ma anche la dignità di tutti i lavoratori del settore sanitario è stato quindi presentato il disegno di legge nel 2019, definitivamente approvato agli inizi di settembre di quest’anno.
Durante i mesi che hanno preceduto l’approvazione del DDL alcune associazioni di categoria e sindacati non sono rimasti con le mani in mano, ma hanno lanciato diverse campagne social per sensibilizzare i cittadini, tramite web, alla tematica della violenza sul personale sanitario:
- Nursing Up, ha promosso #NoViolenzasuglinfermieri registrando alcuni video divulgativi sull’argomento che riportano i numeri delle aggressioni. Per l’occasione ha coinvolto attori e presentatori tv.
- l’Ordine delle professioni infermieristiche di Arezzo ha lanciato, invece, una campagna social con l’hashtag #RispettaChiTiAiuta con lo scopo di richiamare l’attenzione sulla gravità delle aggressioni e coinvolgendo tante personalità pubbliche che hanno contribuito a diffondere dati e informazioni tramite i propri canali social
Campagne nate dal presupposto che in alcune situazioni una buona comunicazione medico-paziente non basta per risolvere il problema, ma che per combattere il problema è necessaria anche un’opera di sensibilizzazione.
Grazie al nuovo Ddl Antiviolenza e alla sensibilizzazione via web, si spera che gli episodi di violenza si riducano e che le vittime trovino il coraggio di denunciare.