25 maggio 2018: da oggi cambiano le regole in materia di Privacy
Oggi è il 25 maggio e se ci leggi da un po’ sai già che sono cambiate le regole sulla privacy, perché è diventato direttamente applicabile il nuovo Regolamento europeo sul trattamento dei dati personali (GDPR). Ecco, in estrema sintesi, le novità per cittadini, aziende, strutture sanitarie ed altri enti.
Cos’è il GDPR e perché devi conoscerlo come professionista sanitario e come cittadino
Il GDPR (General Data Protection Regulation) è il Regolamento europeo 2016/679 sulla protezione dei dati personali entrato in vigore 2 anni fa e che da oggi diventa obbligatoriamente e automaticamente vincolante in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, sia per le aziende europee sia per quelle non europee che svolgono attività di monitoraggio del comportamento o vendono servizi e prodotti a persone fisiche che si trovano nel territorio UE. È una norma molto ampia con implicazioni non solo giuridiche, ma anche informatiche: la sua applicazione, infatti, ha come naturale conseguenza una riorganizzazione interna dell’azienda e l’acquisizione di nuove competenze.
In quanto cittadino UE sarai felice di sapere che il GDPR è nato per tutelarti e per proteggere i tuoi dati personali, uno dei beni più preziosi che hai, oggi che la tecnologia è così pervasiva. Il Datagate che ha coinvolto Facebook e Cambridge Analytica dimostra chiaramente quanto sia importante proteggere le informazioni personali da usi illeciti.
Se sei un professionista della salute o hai una struttura sanitaria, grande o piccola, il tuo codice dentologico ti obbliga già a proteggere le informazioni sanitarie e personali dei tuoi pazienti e il GDPR rafforza questa protezione.
Cos’è un dato personale secondo il GDPR?
Il GDPR protegge i dati personali delle persone fisiche, indipendentemente dalla loro nazionalità o residenza, e all’articolo 4 spiega anche cosa intende per dato.
Il dato è “qualsiasi informazione riguardante una persona fisica identificata o identificabile” anche con un nome, un numero di identificazione, dati sulla sua ubicazione, “un identificativo online o a uno o più elementi caratteristici della sua identità fisica, fisiologica, genetica, psichica, economica, culturale o sociale".
A quali attività si applica ?
Si applica quando il trattamento dei dati personali è interamente o parzialmente automatizzato e quando sono previsti trattamenti manuali che riguardano dati personali archiviati o da archiviare. Sono esclusi i trattamenti relativi ad attività:
- che non rientrano nell'ambito di applicazione del diritto europeo
- di politica estera e sicurezza comune dell'UE
- svolte dalle autorità pubbliche per prevenire, indagare e perseguire reati ed eseguire sanzioni penali
- personali e domestiche delle persone fisiche, non legate ad attività commerciali o professionali
Prevenzione innanzitutto
Il GDPR impone un’attenta riflessione ai titolari e responsabili del trattamento e li obbliga a prevenire i rischi per i dati personali trattati.
Prima di qualsiasi trattamento dei dati, infatti, devono analizzare le singole operazioni che intendono mettere in atto, valutarne i rischi per la privacy, agire a norma di legge e adottare tutte le misure a tutela dei dati rispetto al rischio che corrono.
I princìpi cardine di GDPR e i diritti che questo riconosce alle persone fisiche
“Accountability”, in italiano “responsabilizzazione”, è il principio che impone a titolare e responsabile del trattamento di adottare concretamente tutte le misure necessarie alla protezione dei dati. Il primo passo per farlo è quello di proteggere il dato fin dalla progettazione di un prodotto, servizio o trattamento (privacy-by-design): dal momento in cui viene acquisito bisogna pensare immediatamente a come metterlo in sicurezza.
Inoltre il trattamento dev’essere trasparente, cioè la persone fisiche devono comprendere in modo chiaro e semplice come verranno usati i loro dati, infatti il GDPR riconosce loro molti diritti:
- il diritto di accedere ai propri dati personali e di rettificarli
- il diritto all’oblio, cioè il diritto ad ottenere la cancellazione dei propri dati personali
- il diritto di limitare il trattamento dei propri dati personali
- il diritto di opporsi all’utilizzo dei propri dati personali
- il diritto alla portabilità dei propri dati
Le sanzioni
I rischi per chi non si adegua, lo abbiamo ripetuto più volte in questo blog, sono molto consistenti: sanzioni pecuniarie fino a 20.000.000 di euro e pari al 4% del fatturato mondiale totale annuo dell'esercizio precedente. A comminarle è l’Autorità Garante della privacy di ciascuno Stato membro, che di volta in volta valuterà quale sanzione applicare (di tipo inibitorio, correttivo o pecuniario).
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