Un corretto processo di conservazione digitale è ciò che occorre affinché le Cartelle Cliniche Elettroniche mantengano lo stesso valore probatorio del cartaceo.
Ma in che modo il processo di conservazione dei documenti informatici può dirsi corretto? Rispondiamo a questa domanda vedendo insieme, prima di tutto cosa si intenda per conservazione del documento digitale e, inoltre, quali siano gli obblighi del Responsabile della Conservazione.
In merito alla definizione di Processo di Conservazione digitale, ci viene in soccorso il Codice dell'Amministrazione Digitale, il quale stabilisce che: «I documenti degli archivi, le scritture contabili, la corrispondenza ed ogni atto, dato o documento di cui è prescritta la conservazione per legge o regolamento, ove riprodotti su supporti informatici sono validi e rilevanti a tutti gli effetti di legge, se la riproduzione e la conservazione nel tempo sono effettuate in modo da garantire la conformità dei documenti agli originali, nel rispetto delle regole tecniche stabilite ai sensi dell’articolo 71».
Per mantenere validità legale nel tempo, dunque, i documenti digitali, come ad esempio le Cartelle Cliniche Elettroniche, devono essere sottoposti a un processo di conservazione che non ne alteri la conformità con l'originale.
Pertanto, le specifiche di autenticità, immodificabilità e integrità del documento devono essere garantite, durante la sua conservazione, dall'adozione degli strumenti del riferimento temporale e dalla firma digitale del Responsabile della Conservazione.
Possiamo, dunque, desumere che tutti i sistemi informativi sviluppati secondo le normative precedenti, dovranno spostarsi su sistemi che adottino le nuove regolamentazioni tecniche.
Fatta eccezione per l'adozione delle misure di sicurezza prescritte dal D.Lgs. 30 giugno 2003 e succ. modif., il Responsabile della Conservazione deve:
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