Quando parliamo di sanità digitale, di eHealth o di telemedicina siamo abituati a pensare a strumenti e attività complesse e molto distanti dall’attualità. Tuttavia, come sottolineato più volte durante la diffusione della pandemia da Coronavirus, la condizione di isolamento resa necessaria per preservare la salute ci ha fatto scoprire che molti servizi erano già disponibili e facilmente attivabili in molte aree d’Italia. È il caso anche della televisita, ovvero della possibilità di visitare a distanza i pazienti. Scopriamo come funziona e quali sono i vantaggi per gli operatori sanitari.
Secondo la definizione del Ministero della Salute, la televisita “è un atto sanitario in cui il medico interagisce a distanza con il paziente. L’atto sanitario di diagnosi che scaturisce dalla visita può dar luogo alla prescrizione di farmaci o di cure.” Inoltre si specifica che, “un operatore sanitario che si trovi vicino al paziente, può assistere il medico” e che “il collegamento deve consentire di vedere e interagire con il paziente e deve avvenire in tempo reale o differito.” La televisita è diversa da “teleconsulto” che, invece, si riferisce al confronto tra medici con il fine di individuare “un’indicazione di diagnosi e/o di scelta di una terapia senza la presenza fisica del paziente.”
Queste definizioni e gli ambiti di utilizzo sono spiegati nelle Linee guida nazionali per l’applicazione della telemedicina e sono state anche già adottate dalle Regioni. Tuttavia sono pochi, ancora, i casi in cui sono state avviate delle sperimentazioni capaci di coinvolgere un numero significativo di persone. Spesso è il gap tecnologico a rallentare la diffusione di queste modalità di visita a distanza, ma questo periodo ha cambiato la vita di gran parte della popolazione, compresa quella più anziana.
Intervistato da Il Corriere della Sera, il professor Sergio Pillon, membro del gruppo di lavoro “Digital Health” della European Public Health Alliance, esperto del tavolo tecnico sulle tecnologie innovative presso Istituto Superiore di Sanità, ha spiegato che: “Di fatto in questa pandemia applicazioni come Whatsapp costituiscono la spina dorsale della comunicazione fra i medici e fra medici e pazienti. (...) Molti pazienti, anche anziani, usano la videochiamata Whatsapp per tenersi in contatto con i nipoti e la sanno gestire, quasi tutti dispongono di smartphone con videocamera.”
Il funzionamento della televisita richiede, infatti, uno strumento per poter permettere allo specialista e al paziente di collegarsi a distanza. L’ideale è che il contatto sia audiovisivo quindi attraverso pc, smartphone o tablet. Durante la televisiva, il paziente potrà confrontarsi con il medico sulla sintomatologia, mostrare (con i limiti del mezzo ovviamente) qualcosa che non va e ascoltare l’eventuale diagnosi e terapia dello specialista.
È bene sottolineare che la televisita non nasce per sostituire la visita tradizionale né è adatta a qualsiasi tipo di ambito. Si tratta, piuttosto, di uno strumento integrativo che, in alcuni casi specifici, può essere molto utile. Poter entrare in contatto grazie alla tecnologia con uno specialista anche a distanza può migliorare il rapporto medico/paziente, permettere un risparmio di tempo e garantire il rispetto delle norme di “distanziamento sociale” che, soprattutto in questi e nei mesi futuri, continueranno ad essere richieste per tutelare la salute di ciascun cittadino.
Attraverso la televisita, il paziente riceve un riscontro immediato dal medico e, se necessario, anche una prescrizione medica che consente di recarsi prontamente in farmacia - oppure di ricorrere a servizi di ordinazione e consegna direttamente presso il proprio domicilio. Dal punto di vista del medico, integrare nella propria agenda anche gli appuntamenti della televisita permette di ottimizzare i tempi, ridurre le code in poliambulatorio e garantire un ambiente più salubre evitando assembramenti in sala d’attesa.
Naturalmente perché la televisita sia efficace è necessario che il medico abbia a disposizione i dati clinici di base, informazioni sui sintomi e sulla ragione per cui viene fissato l’appuntamento, eventuali parametri clinici, terapie in corso, malattie attive o pregresse e allergie. Ma c’è bisogno anche di uno strumento tecnologico adeguato alla realizzazione del consulto.
È vero che esistono molte piattaforme differenti, molte delle quali gratuite, che permettono di effettuare le videochiamate, ma trattandosi di salute è fondamentale dotarsi di uno strumento tecnologicamente semplice da utilizzare, ma sicuro da poter condividere con i pazienti. Questo è uno degli scopi per cui è stata sviluppata l’App My GIPO. Perfettamente integrata con gli altri servizi (com GIPONEXT, SmartQ, ecc), si tratta dello strumento che porta a compimento l’idea di ambulatorio smart, virtuale e reale. In pratica, il paziente riceve sulla sua app il numero di chiamata e il tempo di attesa per la propria visita e, quando è ora, la televisita si svolgerà direttamente dall’applicazione. Il sistema è collegato anche ai servizi di refertazione digitali e, quindi, permette di conservare in un unico luogo “online” tutto ciò di cui c’è bisogno.