Negli ultimi anni si sente parlare sempre più spesso di sanità in Rete, in riferimento alla digitalizzazione di molte delle pratiche cliniche ed amministrative che costituiscono il rapporto tra medico e paziente. Ma effettivamente a quando deve farsi risalire l’utilizzo dell’informatica nel settore sanitario? E cosa è cambiato davvero nel corso degli anni?
Il primo utilizzo di sistemi informatici nel settore medico prima e sanitario poi, si fa risalire agli anni Settanta, quando i primi calcolatori furono utilizzati anche all’interno di strutture cliniche. Non si trattava di una vera e propria sanità in Rete, quanto piuttosto dell’impiego di nuove strumenti per risolvere problemi chiaramente medici, processi amministrativi ed eventuali dubbi relativi alla diagnostica.
Nel corso degli anni Novanta, l’avvento di Internet ha ovviamente stravolto il discorso dell’informatica applicata al settore sanitario. Si è passati così dall’informatica sanitaria all’e-health, ossia l’impiego massiccio di strumenti informatici e digitali da parte di medici e pazienti, finalizzato ovviamente al benessere di questi ultimi. In questo senso, la Rete permette la condivisione costante di dati clinici ed amministrativi, facilitando il lavoro del dottore nel recupero di diagnosi e cure passate, ma anche favorendo il paziente nella gestione della cura della propria salute.
Gli strumenti fondamentali dell’e-health diventano allora computer, smartphone e tablet, che abbattono qualunque barriera di spazio e tempo, permettendoci di prenotare una visita rimanendo comodamente seduti sul divano di casa o dando la possibilità ad un dottore di consultare la cartella clinica di un malato di cui non si conosce nulla.
In Italia questo progresso si è dimostrato leggermente più lento rispetto alla media degli altri Paesi Europei e non, ma nonostante questo la sanità in Rete sta riscuotendo un incredibile successo, portando anche un miglioramento del livello qualitativo del lavoro dei professionisti del settore.