Watson Genomic Analytics è il “supercomputer” di IBM che in soli 10 minuti è riuscito a individuare una terapia per curare un tumore. Pare che il sistema debba ancora essere perfezionato, ma il risultato parla chiaro: quando si tratta di analizzare grandi quantità di informazioni, come i dati sulla salute, per esempio, l’Intelligenza Artificiale è molto più veloce di quella umana.
Computer 1 – Dottori 0, dunque?
Sembrerebbe di no.
Eppure molti medici di oggi sono sempre più intimoriti dal ruolo della tecnologia in Sanità.
Frustrati dal peso della burocrazia, dalle pressioni economiche e dall’emergere di nuove fonti di informazione in campo sanitario, stanno vivendo una crisi senza precedenti; e lo spettro del “Medico Robot” sta spingendo molti medici di famiglia, pediatri e specialisti a chiedersi se la medicina del futuro non finirà per portarli all’estinzione.
“Truth about Doctors”, in italiano “La verità sui Dottori”, è il nome di uno studio condotto dal gruppo McCann Health che ha coinvolto quasi 2000 medici di 16 Paesi (tra cui l’Italia).
La verità da cui l’indagine prende il nome può essere riassunta così: un divario tra aspettative e realtà.
Infatti, il lavoro del medico di oggi è molto lontano da quello che i dottori si aspettavano all’inizio della loro carriera universitaria. La tecnologia e le pressioni economiche e burocratiche stanno cambiando il loro ruolo nella società e alterando il loro rapporto con gli assistiti.
Schiacciati tra referti, cartelle cliniche, consensi informati, documenti fiscali e amministrativi di ogni tipo, i dottori sembrano sempre meno motivati e sempre più distanti dai loro pazienti.
Cosa sta accadendo, come recuperare l’entusiasmo e su cosa puntare per riallacciare rapporti umani sereni?
Secondo l’indagine della McCann Health, l’82% dei medici intervistati sostiene che il suo primo ruolo nella società è quello di dare assistenza; allo stesso tempo, però, questi professionisti confessano di sentirsi sotto pressione perché l’attività di cura è sempre più legata all’efficienza economica e gravata dalla burocrazia. Una frustrazione che ha ripercussioni anche sulla loro salute e sulla vita privata: sono in molti i medici a soffrire di disturbi del sonno, 66% dei casi, e ad avere in problemi coniugali, 58% dei casi.
Se la burocrazia e lo stress da ritorno economico rendono la pratica medica difficile da sostenere nel tempo, la soluzione a questa frustrazione potrebbe venire dalla tecnologia: perché non delegare alle macchine le attività di routine, quelle che non hanno alcun valore aggiunto per il medico e l’assistito, ma che sono obbligatorie per far tornare i conti?
I dottori allora potrebbero tornare a guardare i loro pazienti negli occhi, invece che passare la maggior parte del tempo dedicato alla visita medica, digitando al computer.
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C’è chi teme che i robot sostituiranno i medici, ma è davvero così?
Le macchine possono elaborare in pochissimo tempo quantità di dati impossibili per gli esseri umani. In un futuro sempre più vicino, per esempio, potranno diagnosticare le malattie più rapidamente dei medici in carne ed ossa, oggi possono già monitorare i nostri parametri vitali e ricordarci di prendere le medicine.
Ma sanno rassicurare? Sanno sdrammatizzare?
Sono capaci di leggere le emozioni di una persona?
Le macchine sono macchine e non provano né umorismo né empatia.
È questa la grande differenza tra robot e uomini, quella che non renderà mai i medici superflui, ma sempre più centrali nella cura: l’Intelligenza Artificiale, allora, sarà solo uno strumento di lavoro, non un nemico da combattere.
Un tempo i medici erano il centro attorno cui ruotava il sistema di cura, erano loro a conoscere malattie e terapie. Oggi Internet ha cambiato le cose: i pazienti si informano in rete, nel bene e nel male, parlano fra loro, arrivano dal medico già convinti di sapere qual è la loro malattia e come si cura. Il Dottore, da unica fonte, è diventato una delle tante: web, farmacista, infermiera, terapista… un ecosistema di informazioni e professionisti che circondano il paziente e dirigono le sue decisioni.
Da un lato, allora, il medico ha il compito di mettere in guardia il paziente sul pericolo delle fake news (ne abbiamo parlato poco tempo fa a proposito di ICT e medicina dall’autodiagnosi alle innovazioni tecnologiche create dai pazienti); dall’altro, deve ritrovare il suo spazio, puntando ancora una volta sul dialogo aperto e sincero con i suoi pazienti.