Obbligatoria per medici, strutture sanitarie e farmacie, la ricetta medica elettronica è il nuovo sistema di prescrizione ed erogazione delle prestazioni sanitarie. A quasi due anni dalla sua adozione quali sono i bilanci di questa importantissima novità per il nostro Sistema Sanitario Nazionale?
Lo approfondiremo nei prossimi paragrafi ma, prima, un breve riepilogo su cos’è la ricetta dematerializzata, come funziona e quali vantaggi erano auspicati quando è entrata in vigore.
La ricetta dematerializzata o ricetta elettronica on line è il nuovo sistema per prescrivere ed erogare le prestazioni sanitarie, obbligatorio per medici, strutture sanitarie e farmacie. Sostituisce la tradizionale ricetta rossa, anche se, al suo posto, per ora viene consegnato al paziente un promemoria cartaceo, che in futuro dovrebbe sparire. Con la ricetta medica elettronica i pazienti possono acquistare farmaci dietro prescrizione medica anche in regioni diverse da quella di residenza.
Ecco come funziona.
Per prescrivere la ricetta di un farmaco o per una visita specialistica, il medico prende i codici dal sistema centrale gestito da Sogei e assegnati ai medici delle ASL. Il medico deve collegarsi con il computer e dopo essersi identificato deve associare uno di questi codici al codice fiscale del paziente.
In questo modo il sistema ha tutte le informazioni sull’assistito, a cominciare dalle esenzioni parziali e/o totali. Il medico lascia un promemoria cartaceo che il paziente dovrà portare al farmacista. Quest’ultimo può servire il paziente con il farmaco, semplicemente collegandosi allo stesso sistema e digitando il numero di ricetta e il codice fiscale.
Al momento dell’adozione della ricetta elettronica online, il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin presentava questa importante innovazione e ne elencava i principali vantaggi:
Oggi, tranne che in alcune zone del nostro Paese, tutti i medici di Medicina Generale (MMG) hanno adottato la ricetta elettronica. “Anche se la normativa riguarda tutti i medici prescrittori, di fatto solo i MMG sono coinvolti poiché le quote dei medici specialisti ed ospedalieri che “ricettano SSN” sono da sempre irrilevanti”, sostiene Paolo Misericordia, Responsabile area ICT della Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale, in un recente articolo pubblicato su Agenda Digitale
Sempre secondo Misericordia, il processo sembra lineare e veloce per tutti i soggetti coinvolti (medici, farmacie e pazienti), ma nella pratica è invece ostacolato dal promemoria cartaceo.
Questo foglietto stampato, che nelle intenzioni del legislatore doveva essere provvisorio, deve contenere tutti i dati relativi alla ricetta elettronica, deve essere consegnato al paziente che, per ricevere il farmaco deve presentarlo in farmacia. Quindi, se la ricetta rossa è (quasi) sparita, di fatto, oggi è stata sostituita dal “promemoria cartaceo”. Solo la Provincia autonoma di Trento non lo usa più.
A quanto pare, la presenza del promemoria cartaceo ci impedisce di percepire chiaramente i benefici che la ricetta elettronica avrebbe dovuto portare. Gli studi medici sono ancora affollati di pazienti che hanno bisogno della “prescrizione cartacea”, i costi di stampa e di tempo a loro carico sono sempre alti e alcuni farmaci devono essere prescritti ancora con la ricetta rossa.
Una digitalizzazione della ricetta medica ancora lontana, a causa di un sistema che stenta a rinnovarsi.
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