Secondo le proiezioni dell’Istat, nel 2050 gli Over 65 in Italia saranno 20 milioni, ben 7 milioni in più rispetto a 2015. Una tendenza che appare inarrestabile e diretta conseguenza, da un lato, della crescita demografica che ha interessato il nostro paese, ora rallentata, e dall’altro del miglioramento delle condizioni di vita e di salute delle persone. Questo sbilanciamento della popolazione, tuttavia, avrà degli effetti concreti anche sull’assistenza e sulla sostenibilità delle cure. Come si evolverà la Long Term Care e quali sono le potenziali soluzioni a cui bisognerebbe iniziare a pensare sin da ora?
Se le prospettive per il futuro sono chiare, è altrettanto chiaro che anche il presente non è caratterizzato da una situazione rosea. L’Istat, infatti, evidenzia come siano 4 milioni gli anziani che oggi vivono da soli, 3 milioni di essi sono donne. E, con l’aumentare della percentuale di Over 65, crescerà anche la percentuale di persone affette da malattie croniche gravi come ipertensione, diabete, demenza, malattie cardiovascolari e respiratorie.
Infatti, da un lato è vero che la speranza di vita a 65 anni è migliore in Italia rispetto alla media europea, ma la qualità della stessa cala drasticamente dopo i 75: più della metà degli ultraottantenni soffre di almeno una di patologia cronica, mentre un quarto ha difficoltà motorie gravi.
Preoccupante anche la prospettiva per le disabilità: nel 2030 saranno 5 milioni gli anziani che ne soffriranno e che, di conseguenza, avranno bisogno di cure a lungo termine. Un peso psicologico ed economico che continuerà, come accade già oggi, a pesare in maniera significativa sulle famiglie.
Con il termine Long Term Care si intende un insieme di servizi sanitari e non pensati in maniera specifica per gli anziani: si parla, dunque, di assistenza e dell’esigenza di supportare gli Over 65, mano a mano che le autonomie si riducono e le condizioni di salute si indeboliscono.
Esistono diversi tipi di cure a lungo termine. Da un lato, infatti, vi è l’insieme di attività informali svolte, appunto, da amici, familiari e volontari, spesso non formati in maniera specifica sull’assistenza, ma desiderosi di rendersi utili. Dall’altro lato vi è la Long Term Care formale, erogata da professionisti del settore, mirata sulle esigenze concrete dell’anziano, ma più costosa e, quindi, spesso marginale.
Secondo un’indagine multiscopo dell’Istat, nel 2011, erano 3.329.999 i familiari che si prendevano carico della cura e dell’assistenza di un anziano, sano o malato; solo 830.00 le figure professionali assunte, sempre dalle famiglie, per occuparsi di questo ambito. Il contributo statale è piuttosto basso, un trend confermato dall’indagine di Italia Longeva che evidenzia come la Long Term Care, in Italia, sia confinata al 10% della spesa sanitaria totale con soltanto l’1,3% destinato al supporto domiciliare. Percentuali irrisorie rispetto alla media europea, e nettamente distanti dal 25% di fondi stanziati dai paesi del Nord Europa.
Sul fronte legislativo, un punto di riferimento resta la Legge 104/92 che prevede la possibilità di richiedere tre giorni di permesso lavorativo retribuito ogni mese per poter assistere un proprio caro malato. Così come, in caso di dichiarazione di invalidità permanente, si può richiedere un’indennità di accompagnamento pari a 500 euro al mese.
In media, le aziende sanitarie coinvolte nell’indagine di Italia Longeva offrono l’87% dei 31 servizi per anziani inclusi nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Nel complesso, però, a beneficiare di ciò sono solo il 3,2% dei cittadini over 65, molto meno di quelli che ne avrebbero concretamente bisogno.
Long Term Care significa, anche, la necessità di ricevere cure costanti, del potersi affidare al monitoraggio di uno specialista, di esami e accertamenti. Per questo motivo, assumeranno una rilevanza sempre maggiore anche le strutture di ospedalizzazione e residenze per anziani. Con l’obiettivo di stimolare le RSA e valutarne l’efficacia è nato il Sigillo di Qualità di Italia Longeva. La rete nazionale di ricerca ha scelto di apporre un sigillo sinonimo di garanzia dei servizi offerti dalle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) in tutte le regioni.
Al di là dell’iniziativa specifica, è importante sottolineare come questo tipo di strutture e le risorse che sapranno mettere in campo nei prossimi anni sono cruciali per poter assicurare una cura a lungo termine di livello e capace di rispondere ai bisogni concreti della popolazione che sta invecchiando.
Parallelamente cresce anche l’interesse verso le assicurazioni sanitarie. Mano a mano, infatti, che la spesa pubblica destinata alla sanità continua a decrescere, la sanità integrativa rappresenta un’alternativa presa in considerazione da sempre più persone. Consapevoli, poi, dell’invecchiamento della popolazione, sono molte le compagnie che stanno elaborando proposte mirate ad hoc che consentano agli over 65 di invecchiare in maniera più serena e a figli e parenti di occuparsi dei propri cari senza dover necessariamente portare sulle proprie spalle tutto il peso dell’assistenza.
Un ulteriore aiuto potrà essere quello fornito dalla tecnologia. Mezzi di comunicazione più evoluti, telemedicina, healthbot aiuteranno medici, professionisti e pazienti a restare costantemente in contatto facilitando e agevolando l’assistenza.