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Ricambio generazionale dei medici. Ecco perché Millennials e Baby Boomers non dovrebbero essere in competizione

Scritto da Enrico Grilli | 19 agosto 2021

Per la prima volta, nel mondo del lavoro, convivono ben cinque generazioni contemporaneamente. In Italia, dove la popolazione è tendenzialmente più anziana rispetto a molti altri Paesi, si sta assistendo nel settore sanitario ad un ricambio generazionale più lento e che coinvolge in particolare i Baby Boomer e i Millennials.

Due generazioni all’apparenza in contrasto, ma che invece possono compensarsi e completarsi a vicenda a beneficio non solo della salute dei pazienti, ma anche dell’organizzazione dei poliambulatori.

Nel suo discorso per Ted Saloon, Chip Conley -  autore, speaker, Airbnb Strategic Advisor for Hospitality & Leadership - fa alcune interessanti considerazioni sul ricambio generazionale in cui ci troviamo:

“Ci sono ampie prove che le aziende con persone di genere ed etnia differenti siano più efficaci. Ma per quanto riguarda l'età? Questa è una domanda molto importante, perché per la prima volta in assoluto abbiamo cinque generazioni sul posto di lavoro contemporaneamente, senza volerlo. Forse è ora che diventiamo un po' più coscienti su come lavoriamo collettivamente. Numerosi studi europei hanno dimostrato che i team diversificati per età sono più efficaci e di successo. Allora perché solo l'8% delle aziende che hanno un programma di diversità e inclusione ha effettivamente ampliato quella strategia, per includere l'età, che è un dato demografico tanto importante quanto il genere o la razza? Forse non hanno considerato che il mondo sta invecchiando!“

Ricambio generazionale: non è solo una questione di età anagrafica

Quando si parla di generazioni lo si fa non solo per distinguere gruppi di persone in base al loro anno di nascita, ma anche per schematizzare l’insieme dei modi di pensare e di agire, le aspirazioni, le mode e i problemi di una categoria di persone accomunate dal fatto di essere nate in un determinato periodo.

Come riporta Paychex (una delle più importanti aziende per la selezione delle risorse umane negli Stati Uniti in Europa) le generazioni presenti nel mondo del lavoro oggi sono cinque:

  • Silent Generation: nati tra il 1925 e il 1945
  • Baby boomer: nati tra il 1946 e il 1964
  • Generazione X: nati tra il 1965 e il 1980
  • Millennial: nati tra il 1981 e il 1996
  • Generazione Z: nati dopo il 1996

Nascere in un certo momento storico influenza quindi il modo di agire, di fare e di vivere la quotidianità e incide in maniera determinante sulle abitudini, sui ricordi e sui gusti delle persone. Ogni generazione ha infatti il suo modo di vestire, la sua musica … e il suo modo di intendere il lavoro. 

Sicuramente ogni generazione ha diversi punti di forza e di debolezza e le differenze negli stili di vita e nelle aspettative a volte possono creare tensione, soprattutto sul luogo del lavoro

Mentre la Generazione X è ormai in piena attività lavorativa, chi appartiene alla Silent Generation e molti Baby Boomer sono in pensione, dunque si trovano in una fase in cui lasciano il posto alle nuove generazioni, in particolare ai Millennials che, soprattutto nel settore sanitario e a causa del lungo percorso accademico, ancora faticano ad entrare stabilmente nel mondo del lavoro.

Millennial e Baby Boomer sono quindi le generazioni che in questo momento si trovano in una fase di transizione e si spalleggiano nel mondo del lavoro italiano, soprattutto nel settore sanitario. Da un lato i veterani che devono andare via e affidare tutto ciò che hanno fatto in tanti di lavoro alle nuove generazioni, dall’altro i nuovi arrivati che devono accogliere quello che hanno fatto le nuove generazioni e integrarlo con le innovazioni dei propri tempi. 

Sicuramente cresciuti in mondi molto diversi tra di loro, si distinguono per differenti ideologie e visione del mondo che li circonda:

  • I Baby Boomer sono i nativi analogici. Molti faticano a tenere il passo con l’avanzamento tecnologico e digitale. Infatti tanti di loro usano poco internet, comunicano tramite telefono e preferiscono la televisione ad altri media. Hanno avuto la fortuna di poter vivere il boom economico degli anni ‘50 e ‘60 e hanno sicuramente molta più esperienza delle altre generazioni nel mondo del lavoro. Inoltre, sono economicamente più stabili e sono ormai giunti al momento di pensare alla pensione.
  • I Millennials sono i primi nativi digitali perché sono cresciuti insieme alla digitalizzazione e all’evoluzione tecnologica. Sono economicamente instabili a causa delle crisi economiche degli ultimi anni. Sono fautori della sharing economy, infatti sono più propensi alla condivisione: di case, mezzi e della propria vita tramite i social . “Sempre connessi”, per comunicare, alla classica telefonata preferiscono altri mezzi: messaggi, mail, chat.  

In questa situazione, c’è chi vede il coinvolgimento delle nuove generazioni con timore perché pensa che andrà ad alterare l’equilibrio raggiunto negli anni e il modo di gestire il lavoro. L’arrivo delle nuove generazioni è quindi inteso come un momento di totale cambiamento, mentre invece si dovrebbe pensare ad integrare il meglio del nuovo, con il meglio del vecchio. Ciò che è andato bene sino ad ora può continuare ad esistere, anzi deve continuare a funzionare in futuro, integrando quello che le nuove generazioni hanno da offrire.

Il ricambio generazionale nella Sanità italiana

In Italia il ricambio generazionale fatica ad avvenire, soprattutto nel sistema sanitario. È nato infatti negli ultimi tempi il termine “camici grigi”, per indicare quei giovani medici che non possono lavorare perché non hanno la possibilità di entrare in un canale formativo post-laurea: specializzazione (necessaria per alcuni tipi di assunzione nella sanità) o formazione con i corsi per medici di medicina generale (gestiti dagli Ordini dei medici). 

Al contempo, in questi ultimi anni si registra una carenza dei medici di famiglia e di pediatri, dato che moltissimi Baby Boomer, ormai sui 65/68 anni, stanno andando in pensione e devono essere sostituiti.

Secondo una stima della Fimmg (Federazione italiana dei medici di medicina generale) entro il 2028 saranno andati in pensione 33.392 medici di base e 47.284 medici ospedalieri, per un totale di 80.676.

La necessità di far entrare nel mondo del lavoro i medici Millennial (e a breve anche le altre generazioni) è quindi più che mai urgente.

La saggezza dei Baby Boomers integrata con la capacità di gestire la tecnologia dei Millennials

Chip Conley mostra come la diversità intergenerazionale renda le aziende più forti e chieda a persone nate in momenti storici diversi di guidarsi a vicenda sul lavoro: da un lato la saggezza dei “vecchi” dall’altro l’innovazione che arriva dai “giovani”: 

“Più ho visto e imparato sulle nostre rispettive generazioni, più mi rendo conto che spesso non ci fidiamo l'uno dell'altro abbastanza da condividere effettivamente la nostra rispettiva saggezza. Possiamo condividere un confine, ma non ci fidiamo necessariamente abbastanza da condividere quanto appreso. Ritengo che, guardando al posto di lavoro moderno, l'accordo commerciale del nostro tempo sia di “aprire questi  canali di saggezza intergenerazionali” in modo che tutti possiamo imparare gli uni dagli altri.”

E in poliambulatorio?

Anche qui le persone di età diverse possono portare valore, passione e punti di vista differenti. Serve un buon equilibrio tra elementi tecnologici, che i Millennial sanno gestire più facilmente grazie al loro essere “nativi digitali” e il “fattore umano”, che invece i Baby Boomer, con le loro esperienze decennali, possono tramandare alle nuove generazioni.

Per questo, all’interno di un poliambulatorio, la convivenza tra Baby Boomers e Millennials può fare la differenza per il successo della struttura.

Rapporto medico paziente e software gestionali per una migliore gestione del poliambulatorio

Il Baby Boomer, come abbiamo visto, di solito ha un approccio orientato al contatto umano, la sua saggezza ed esperienza con pazienti e caregivers gli permette di entrare in sintonia più facilmente con le persone e di instaurare un buon rapporto medico-paziente. Questo rapporto è fondamentale per la riuscita del percorso di cura del paziente.

I giovani, dal canto loro, anche se hanno tutte le conoscenze del mestiere, possono avere più difficoltà ad entrare in sintonia con i primi pazienti e possono quindi imparare dai veterani.

Dall’altro lato però i giovani possono portare con loro la naturalezza nell’approccio alle innovazioni tecnologiche per integrarle nel poliambulatorio ed ottimizzare servizi al paziente e costi della struttura.

Ad esempio, uno staff giovane può imparare in fretta ad utilizzare un software gestionale per poliambulatori e aiutare i pazienti, soprattutto quelli più anziani, a gestire gli appuntamenti, le refertazioni e le code in ambulatorio. 

Molto più portati per la tecnologia, potranno occuparsi delle risposte alle domande poste sui social e saranno probabilmente più proattivi nel creare dei video originali per il canale Youtube della struttura e attirare un numero maggiore di pazienti.

Vecchio VS nuovo? No. Il futuro è condivisione di esperienze  

Il ricambio generazionale è inevitabile, è importante quindi cogliere l’occasione per integrare l’esperienza di tutto quello che hanno imparato le vecchie generazioni con quello che porteranno le nuove. Anche così potrai fornire un servizio migliore ai tuoi pazienti e migliorare l’organizzazione del tuo poliambulatorio.

Lungo questa evoluzione, i software gestionali possono esserti di grande aiuto.

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