L’evoluzione tecnologica è già qui: sono molte, infatti, le innovazioni che hanno ormai preso piede e dimostrato le loro potenzialità in molti ambiti della vita quotidiana e non solo. In ospedale, infatti, l’utilizzo di un software medico che accompagna e sostiene i professionisti della sanità nelle loro mansioni non rappresenta più una novità tout court. Tuttavia la digitalizzazione della sanità in Italia procede ancora a rilento, sia dentro che fuori dagli studi medici: da un lato, dunque, è sempre più urgente un percorso di educazione digitale dei cittadini, ma dall’altro è altrettanto fondamentale un investimento nella formazione di medici, infermieri e operatori sanitari. L’innovazione, infatti, bussa alla porta, portando con sé anche professioni nuove che, insieme a quelle tradizionali, possono offrire un’esperienza di cura sempre più completa ed efficace.
Un software medico è un sistema utile per chi gestisce una struttura sanitaria, perché permette di integrare e migliorare la gestione interna delle attività, dei servizi e dei beni utilizzati. Consente di raccogliere ed archiviare i dati dei pazienti in maniera funzionale, ma anche di gestire in maniera rapida e semplice tante attività quotidiane. È utile, per esempio, per ottimizzare l’agenda delle visite, per tenere sotto controllo scadenze e appuntamenti, per accedere velocemente ai dati necessari per una diagnosi, con la tranquillità che niente della storia del paziente sia andato perduto perché si trova tutto nello stesso luogo.
Tuttavia, l’uso di un software medico, per quanto intuitivo, non è sempre automatico e semplice per tutti. È anche per questo che non sono poche le resistenze che la diffusione della tecnologia in ambito sanitario (e in molti altri settori) sta incontrando, in particolare in Italia.
Nuove professioni e nuove professionalità sono, dunque, necessarie per poter consentire un pieno sfruttamento della tecnologia. I dati sono, purtroppo, poco rassicuranti. Secondo la Commissione Europea, il 36% della forza lavoro non ha competenze digitali sufficienti e, contemporaneamente, si osserva come l’età media dei medici si sta alzando: il 34,1% ha più di 50 anni, non è dunque nativo digitale e segnala più difficoltà ad integrare nel proprio lavoro gli elementi tecnologici.
D’altro canto, i principali promotori di strumenti come il software medico sono proprio quei professionisti che hanno già avuto modo di sperimentare l’uso della tecnologia in sanità. Sostengono, infatti, che i benefici in termini di semplificazione ed ottimizzazione del lavoro siano concreti.
Promotori della sanità digitale sono, inoltre, i dottori “millennials”: le nuove generazioni di professionisti - nativi digitali e costantemente connessi -, sono convinti che la professione medica del futuro non potrà fare a meno della tecnologia. Ciò non andrà a scapito della relazione umana, ma piuttosto a supporto del professionista.
Con l’obiettivo di integrare, dunque, tecnologia e medicina, la Commissione Europea suggerisce di investire su tre fronti:
La formazione è focalizzata su più piani distinti: da un lato, sull’utilizzo dei software sanitari ed elementi prettamente tecnologici, dall’altro anche sugli aspetti psicologici e sociologici dell’utilizzo di tecnologie moderne in fase di diagnosi e cura del paziente. Proprio con questo scopo, è stata fondata l’Associazione scientifica per la sanità digitale (Assd), che attraverso l’organizzazione di corsi formativi, supporta il costante aggiornamento dei soci (dal momento che il settore tecnologico è in continua evoluzione) e incentiva il miglioramento delle abilità nell’utilizzo del software medico per professionisti.
È naturale, dunque, immaginare l’importanza di figure competenti ed aggiornate che possano gestire, coordinare e seguire i medici e gli operatori sanitari in questo percorso di formazione. Si tratta di una prima professionalità “nuova” che entra in contatto con l’ambito sanitario e lo arricchisce con nuove competenze digitali.
Strumenti ad alto tasso tecnologico richiedono poi personale competente sia in fase di utilizzo che in fase di manutenzione: professioni come quelle dell’ingegnere clinico, per esempio, dovrebbero trovare sempre maggiore spazio all’interno delle strutture sanitarie. Il tutto in costante dialogo e collaborazione con i medici, gli infermieri e tutti gli operatori coinvolti nelle operazioni.
Infine, il digitale pone sfide anche dal punto di vista della comunicazione, interna ed esterna. L’ospedale, il poliambulatorio, lo studio medico hanno e avranno bisogno di servizi di consulenza trasversali, dal digital marketing all’ICT, proprio per poter essere sempre all’altezza dello sviluppo tecnologico in atto e trarne tutti i benefici possibili, mantenendo sempre al centro il paziente, anche grazie ad un impiego efficiente di un software medico.