Oggi, Google Ads è tra gli strumenti più efficaci per pubblicizzare i tuoi servizi, rendere visibile il tuo sito web e farti trovare da potenziali clienti e pazienti. Ma di cosa si tratta esattamente e come sfruttarlo per acquisire nuovi contatti?
Lo abbiamo chiesto ad Angelo Valenza, CEO di Clickable - agenzia di digital marketing specializzata in SEO e ADS, che lavora con GIPO da più di 6 anni. Se ci segui da un po’ forse hai già letto l’intervista sulla SEO per il sito web del poliambulatorio che abbiamo fatto qualche tempo fa ad Angelo. In quell’occasione abbiamo parlato della strategia che ti permette di far salire il tuo sito fra i risultati di Google non a pagamento (risultati organici).
Oggi, invece, vediamo cos’è e come funziona Google Ads e raccogliamo alcuni consigli utili che puoi mettere in pratica per pubblicizzare i tuoi servizi ed il sito del tuo studio medico o poliambulatorio.
Google Ads è una piattaforma per fare pubblicità su Google attraverso l’uso di parole chiave. Con questa sponsorizzazione i tuoi servizi possono essere visibili quando le persone - che stanno cercando attivamente su internet un prodotto o servizio specifico, ad esempio una visita oculistica - digitano delle determinate parole chiave nelle ricerche di Google.
Nella pagina di ricerca di Google compaiono due riquadri diversi: il primo è quello della pubblicità su Google Ads - che puoi riconoscere grazie alla scritta “annuncio” - e l’altro è quello dei risultati organici, che compaiono in base alla strategia di posizionamento SEO studiata per migliorare la visibilità del sito.
La differenza tra la SEO e Google Ads sta nel fatto che, mentre con Google Ads paghi per essere visibile per una determinata parola chiave, nella SEO è Google che decide in quale posizione della pagina farti comparire, valutando una serie di fattori che devi aver applicato - gratuitamente - all’interno del tuo sito.
Le campagne Ads sono il metodo migliore per trovare clienti che sono interessati ai tuoi servizi e che ti stanno cercando attivamente.
È meglio avere un sito web per dimostrare maggior professionalità.
Avere una pagina Google My Business può essere comodo per i piccoli studi medici che lavorano in piccole località, ma per le strutture più grandi o per gli specialisti è poco professionale.
Mettiamoci nei panni di chi è alla ricerca di un centro privato per una visita oculistica: visto che deve pagare, vuole essere rassicurato sulla serietà e professionalità della struttura in cui intende andare. La scheda Google My Business non permette di entrare nei dettagli: quali sono le modalità della visita, quali i servizi, i professionisti ed altre informazioni approfondite sulla struttura. Invece, con un sito internet popolato da testi ben scritti e curati in ogni dettaglio è possibile parlare ampiamente della struttura, dei servizi, dello staff e di aggiungere tutte tutti quegli elementi di rassicurazione che infondono più fiducia nel potenziale paziente.
Sicuramente conviene investire in Google Ads per promuovere i servizi che danno una maggiore marginalità.
La strategia può cambiare in base ai casi, ma bisogna tener conto che fare pubblicità con Ads non significa semplicemente pagare Google per avere clic - cosa che in molti, erroneamente, pensano -, ma la realtà è che paghi per avere clienti o pazienti, nel caso di un poliambulatorio o di uno studio medico.
Se siamo abbastanza bravi, per ogni clic riusciamo ad avere un cliente, ma ogni cliente richiede un costo di acquisizione (CAC) che va a erodere i margini di ricavo sui servizi sponsorizzati.
Quindi è meglio pubblicizzare un servizio che abbia una marginalità tale da compensare il costo di acquisizione del cliente.
È difficile calcolare il budget, perché cambia in base alla città di riferimento: più grande è la città in cui si trova il poliambulatorio, più è alto il budget da spendere perché è probabile che ci sia più competizione.
Fare pubblicità su Google vuol dire partecipare ad un’asta dove ci sono altri inserzionisti che sono disposti a pagare quanto o addirittura più di noi per le parole chiave scelte.
C’è però una bilancia che fa da contrappeso tra domanda e offerta: più inserzionisti ci sono, maggiore sarà il costo delle parole chiave, maggiore è la domanda minore sarà il costo.
Quindi non c’è un budget minimo, ma andrebbe analizzata la situazione di volta in volta, partire dai prodotti ad alta marginalità, vedere come le persone si approcciano all’annuncio e sulla base di tutto ciò si va a calcolare un budget minimo.
Nella mia esperienza non ho mai visto campagne che spendessero meno di 500€ al mese, quelli che cercano di spendere di meno sprecano i loro investimenti. Perché anche su Google Ads - così come nella SEO - è importante posizionarsi per primi.
Se si vuole risparmiare sulle campagne Google Ads è meglio non spendere affatto: ad esempio, se sono 100 quelli che cercano una parola chiave, di questi, il 75% clicca sui risultati organici e salta gli annunci a pagamento, mentre solo il 25% clicca sull’annuncio a pagamento. All’interno di questo 25%, il 20% clicca solo sull’annuncio che sta nella prima posizione, ignorando gli altri.
Quindi è importante posizionarsi per primi per prendere i clic migliori. Di conseguenza spendere pochi soldi significa non classificarsi tra i primi annunci e raccogliere pochissimi clic.
L’ultimo consiglio che Angelo ci lascia è quello di avere sempre un commerciale o una persona pronta a chiamare subito il contatto: cioè la persona che ha lasciato un recapito quando ha visualizzato l’annuncio.
Bisogna intervenire tempestivamente per convincere chi ha visualizzato il nostro annuncio e si è dimostrato interessato a prenotare una visita. Infatti la vera sfida della campagna non è quella di prendere contatti, ma di spingere la persona prenotare una visita in poliambulatorio.
La strategia ideale - usata in molti settori - sarebbe quella di utilizzare un prodotto o un servizio civetta da offrire a chi ti contatta grazie alla campagna: ad esempio un check-up gratuito, un coupon per un controllo oculistico, una seduta ad una tariffa lancio: un prodotto che convince la persona a passare dall’online all’offline, cioè dall’annuncio al poliambulatorio. Si deve creare un percorso in cui la persona deve essere accompagnata.
Ad esempio un software gestionale come Gipo Next aiuta molto i poliambulatori a gestire le fasi queste situazioni: prende il contatto, gestisce le code - soprattutto in questo periodo di Covid, per non affollare la sala d’aspetto, grazie a sistemi di gestione delle code intelligenti -, organizza l’agenda medica, manda sms di reminder della visita. Quindi aiuta il poliambulatorio a guidare il paziente in ogni passo necessario, fino al momento della visita vera e propria con il medico.