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Studio medico specialistico: quando farsi aiutare da una Assistente Virtuale (in carne ed ossa)

Scritto da Enrico Grilli | 30 gennaio 2020

Aprire e potare avanti uno studio medico specialistico è un impegno che va oltre la semplice attività clinica. Professionisti della salute e medici spesso lavorano da soli. Hanno i loro pazienti, il loro studio – a volte condiviso con altri professionisti – e devono occuparsi anche di tutti gli adempimenti burocratici, perché il peso della gestione dell’ambulatorio, in molti casi, grava direttamente su di loro.

Fare tutto da soli spesso è dura e anche se esistono tecnologie progettate per aiutarli, come i software gestionali per studi medici, la prenotazione online degli appuntamenti, i software per la fatturazione e i servizi di messaggistica digitale per inviare il promemoria al paziente, poter condividere il lavoro con una persona di fiducia è molto importante.

Lo è ancora di più se il medico riceve tante richieste e non può materialmente occuparsi di tutto. In questi casi contare su una segretaria di studio medico affidabile può fare la differenza. Ma oggi, grazie alla tecnologia, sta nascendo una nuova figura professionale a cui delegare alcune attività dello studio medico: è l’Assistente Virtuale, una persona in carne ad ossa, che lavora da remoto e che può occuparsi delle attività di contorno che il professionista non ha tempo di seguire.

Prenotazione appuntamenti, aggiornamento del sito web dello studio, correzione di bozze se il medico partecipa ai congressi, preparazione dei Power Point. L’Assistente Virtuale può fare tutto questo anche di più.

Assistente Virtuale: chi è e cosa fa

L’Assistente Virtuale (AV) è una libera professionista. Lavora da remoto (da qui il termine virtuale), con il suo computer e le sue dotazioni. Alcune assistenti virtuali sono più focalizzate sulla contabilità, altre sulla comunicazione, spesso sono persone che hanno lavorato come dipendenti e poi hanno deciso di avviare una loro attività per mettere a frutto le competenze acquisite negli anni. Lavora in modo flessibile e si adatta alle richieste specifiche del singolo cliente che può pagarla a consuntivo, sulla base di una tariffa oraria, o sulla base di pacchetti orari.

Non è una dipendente, quindi non è necessario pagarle contributi, TFR, malattie o ferie. Ha una sia partita iva e quindi rilascia regolare fattura.

Quando rivolgersi ad una assistente virtuale

Hai uno studio medico specialistico o un’attività professionale in ambito sanitario e fai tutto tu? Forse stai lavorando troppo per fare tutto, non hai più tempo per te e per la tua famiglia, stress e lavoro sono diventati un binomio inscindibile. Stai perdendo il controllo su alcune attività ma non hai neanche il tempo di metterti a tavolino e risolverle. Forse sai di avere bisogno di una mano, ma non hai ancora le risorse per assumere una segretaria.

Se ti senti così, forse dovresti rivolgerti ad un’Assistente Virtuale e delegarle alcune attività periferiche – quindi non quelle più importanti, ma solo le cose che puoi affidare a chi lavora da remoto, a questo proposito potrebbe interessarti leggere come delegare bene per lavorare meglio – per esempio potresti affidarle: l’aggiornamento del tuo sito o del tuo blog, la pubblicazione sui Social Network, la ricerca di un nuovo fornitore di energia, la prenotazione dei tuoi viaggi di lavoro, la revisione di documenti e così via.

Un lavoro nuovo? La prima Assistente Virtuale ha iniziato nel 1992

Il lavoro di AV è abbastanza recente perché strettamente legato al progresso tecnologico. La prima assistente virtuale, infatti, è stata la statunitense Anastacia Brice. Era il 1992 e Anastacia iniziò a lavorare a distanza per i suoi clienti, come assistente personale. Prenotava e organizzava viaggi. Da allora questa professione si è diffusa in tutto il mondo e anche in Italia sta iniziando a mettere radici. È una professione ancora poco conosciuta, ma grazie al web oggi le Assistenti Virtuali italiane sono sempre di più.

Alcune resistenze tipicamente italiane

Forse ti stai chiedendo se puoi fidarti di un’AV. È un dubbio legittimo, soprattutto considerando il fatto che in Italia facciamo davvero molta fatica a delegare. Molti professionisti vogliono vedere le persone in faccia, avere il controllo su quello che fanno e se una persona lavora da remoto questo non è possibile.

In realtà è più un problema di convenzioni e abitudini.

Se inizi con piccoli compiti semplici e chiedi all’AV un riscontro periodico dell’attività svolta, a poco a poco ti abituerai al fatto che la presenza fisica non è sempre necessaria.

Sta accadendo in molti settori – lo smartworking è una realtà nell’informatica, nel settore bancario, nel web, nel giornalismo - e anche in quello sanitario. Il video-consulto e la prenotazione online, per esempio, si stanno diffondendo anche in Italia.

A poco a poco le attività che non richiedono la presenza fisica del professionista saranno sempre più a distanza.